martedì 6 marzo 2018

Torneranno le “convergenze parallele”? in Formiche 6 marzo



Torneranno le “convergenze parallele”?

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Torneranno le “convergenze parallele”?
Le divergenze vanno dai temi etici ai diritti e, soprattutto, alle grandi opere. Ciò non vuole dire che, per assicurare governabilità al Paese, non sia il caso di tentare
Tanto il centrodestra quanto il Movimento cinque stelle hanno ribadito che non c’è spazio per “inciuci”. Il leader ancora in carica del Partito democratico, Matteo Renzi ha enfatizzato che forza politica da lui guidata resterà salda all’opposizione. Quindi, non ci sarebbe spazio né per ‘grandi coalizioni’ come quella formata in queste settimane nella Repubblica Federale Tedesca né per “convergenze parallele” sul genere di quelle che negli anni sessanta portarono alle coalizioni di centro-sinistra. Tuttavia, una ‘grande coalizione’ , convergendo su singoli programmi e provvedimenti, potrebbe dare all’Italia un governo stabile di legislatura.
Un’analisi di Open Polis delle votazioni finali nella legislatura appena conclusa mostra che ci sono poche e rare convergenze su cui è possibile lavorare.
Ad esempio, in cinque anni di legislatura si sono tenuti oltre 700 voti finali fra camera e senato. In entrambi i rami la percentuale di volte in cui Forza Italia ha seguito la linea di governo è alta, nello specifico il 62,65% dei casi a Montecitorio e il 71,88% a Palazzo Madama.
Partito democratico e Forza Italia hanno condiviso alcune delle scelte politiche chiave della XVII legislatura. Un dato – sottolinea Open Polis – che è ovviamente influenzato dal periodo in cui Enrico Letta, al tempo presidente del consiglio, aveva come alleato di governo proprio il partito di Silvio Berlusconi e dalle ratifiche dei trattati internazionali che generalmente vedono la stragrande maggioranza dei gruppi favorevoli. Quando l’alleanza di governo è finita, l’arrivo dell’esecutivo Renzi, e del “patto del Nazareno” hanno visto la condivisione di un percorso su determinati temi. Condivisione che è poi proseguita in vari momenti nel corso della legislatura. Il primo caso “illustre” è stato sulla riforma costituzionale Boschi del governo Renzi, che ha visto il sostegno iniziale proprio di Forza Italia. Il gruppo ha infatti votato a favore dell’atto nel suo primo passaggio al senato, per poi abbandonare il tavolo e portare avanti una politica di opposizione.
I momenti di condivisione però non si sono conclusi lì, e anzi sono continuati in momenti centrali della legislatura. Entrambe le leggi elettorali proposte dal Partito democratico e approvate dal parlamento, hanno visto l’appoggio di Forza Italia. Un elemento non da poco considerando la centralità dei provvedimenti in questione nello stabilire le regole del gioco per entrare a Montecitorio e Palazzo Madama. Altra sinergia c’è stata sul ddl sul lavoro autonomo, approvato a maggio del 2017 e, soprattutto, sul decreto sull’obbligo delle vaccinazioni. Alcuni punti di incontro ci sono stati anche per quanto riguarda la politica estera e gli obblighi comunitari. Forza Italia non ha mai fatto mancare il suo sostegno all’annuale proroga delle missioni militari internazionali, e ha sempre optato per l’astensione, piuttosto che il voto contrario, quando venivano discusse la legge europea o la legge di delegazione europea.
Per quanto riguardo i movimenti guidati da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, entrambi i partiti infatti sono stati costantemente all’opposizione nel corso della legislatura, ed è quindi fisiologico che abbiano un alto tasso di similarità nei voti parlamentari. Sia alla camera che al senato sono stati i 2 gruppi che hanno avuto la percentuale più bassa di posizioni simili a quelle del Partito democratico. Detto questo, pur nella parità di intenti, differenze ce ne sono state. È importante ricordare infatti che si può fare opposizione durante un voto finale in vari modi: o esprimendo una posizione contraria, o uscendo dall’aula al momento del voto o astenendosi.
I due gruppi- evidenzia Open Polis – hanno scelto di fare opposizione in maniera diversa: M5s astenendosi, la Lega nord votando contro.
Oltre ad avere avuto in alcune occasioni un approccio diverso nel fare opposizione, i due partiti si sono trovati in vero e proprio contrasto su tematiche specifiche, mostrando chiare differenze nelle anime dei due movimenti. Su alcuni provvedimenti chiave infatti, Movimento 5 stelle e Lega nord hanno votato in maniera diametralmente opposta: testamento biologico , rosatellum, divorzio breve , modifica norma su scambio elettorale, trattato per il TAV, Tran adriatic pipeline, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Le convergenze, quindi, sono difficili, poiché le divergenze vanno dai temi etici ai diritti e, soprattutto, alle grandi opere. Ciò non vuole dire che, per assicurare governabilità al Paese, non sia il caso di tentare.
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