venerdì 5 gennaio 2018

Lydia Steier/ L'intervista: "Il Flauto Magico" che aprirà il Festival di Salisburgo in Il Sussidiario del 6 gennaio



Lydia Steier/ L'intervista: "Il Flauto Magico" che aprirà il Festival di Salisburgo
Intervista esclusiva a Lydia Steier che curerà la regia de Il Flauto Magico di Mozart al prossimo Festival Estivo di Salisburgo. Ecco cosa ci ha detto. di GIUSEPPE PENNISI 06 gennaio 2018 Giuseppe Pennisi
Lydia SteierLydia Steier
Quest’anno, la sezione operistica del Festival Estivo di Salisburgo (20 luglio-30 agosto) verrà inaugurato da un nuovo allestimento de Il Flauto Magico di W.A. Mozart, opera che al festival nella città austriaca ha già avuto 39 produzioni (a cui aggiungere quelle al teatro delle marionette al teatro del Land). Il nuovo allestimento è affidato a Constantinos Carrydis per la direzione musicale ed a Lydia Steier, giovane ma già affermata regista americana (è nata nel Connecticut) per la regia. 
La Steiner si è trasferita a Berlino nel 2002 inizialmente con una borsa Fullbright, ma successivamente come base per una carriera nei teatri austro-tedeschi. La principale radio tedesca ha chiamato ‘scoperta del 2009' la sua produzione de I Pagliacci di Leoncavallo abbinata con Turandot di Busoni. Il suo allestimento de  Jephtha di Handel al festival di Vienna  nel 2015 è stato un successo così clamoroso da essere ripreso l’anno seguente. La sua produzione di Donnerstag aus Licht di Stockhausen a Basilea è stata chiamato ‘L’allestimento dell’Anno' dalla rivista tedesca Opernwelt. Il Flauto Magico rappresenta il suo debutto a Salisburgo. Abbiamo parlato con lei del suo progetto registico.
Che impressione Le fa essere invitata al Festival?
E’ come ricevere una grande onorificenza. Sono ancora abbastanza giovane. Lavorare qui è come essere attorniata da ‘Dei della regia’. Alcuni dei miei amici e colleghi hanno già lavorato qui, ad esempio  Stefan Herheim  per  Die Entführung aus dem Serail nel 2003 e per  Die Meistersinger von Nürnberg nel 2013, ma soprattutto qui sento l’impronta del regista che più mi ha influenzato: Jean-Pierre Ponelle.
Un grande nome, associato al ‘Flauto Magico’ prodotto a Salisburgo nel 1978. Ha studiato gli altri 38 allestimenti visti al Festival?
Occorre distinguere tra grandi allestimenti come quelli di Achim Freyer e Jean-Pierre Ponnelle’ e quelli che non hanno lasciato traccia. E’ terrificante. Il Flauto Magico è un grande capolavoro che tutti conoscono, ma difficile da mettere in scena in un allestimento che piaccia a grandi e piccini. E’ una sfida che può intimidire ma che mi elettrizza e mi affascina. Voglio creare qualcosa di ‘speciale’ per Salisburgo.
Ci può illustrare le caratteristiche del suo progetto?
Tutto il pubblico avrà già visto numerosi allestimenti de Il Flauto Magico. Il problema principale di quelli che io conosco è la lunghezza dei dialoghi; inoltre, sembrano artificiali per un pubblico abituato ai film ed alla televisione. Tuttavia, nei dialoghi ci sono informazioni essenziali per comprendere la vicenda. Non potevamo tagliarli. Quindi, ho deciso di aggiungere un personaggio: un narratore.
Come verrà integrato nell’opera?
Sin dall’inizio. Un nonno (il grande attore Bruno Graz) racconterà l’intreccio ai nipoti che scorrerà come in un libro di favole. E’una fiaba bellissima narrata a tre nipotini (i ‘fanciulli’ dell’opera). Questi quattro personaggio sono strettamente interrelati: i nipotini funzionano come il pubblico.
Chi scriverà questi testi?
Io con Ina Karr che cura la drammaturgia.
In che epoca si svolgerà la vicenda?
E’ importante che ci sia un aggancio alla realtà di oggi. In Amleto,  nella scena ‘del teatro nel teatro’, un attore dice che la responsabilità del teatro è di rispecchiare le società contemporanea. Mi sono ispirata ai fumetti di Little Nemo, pubblicati ogni settimana dal New York Herald tra il 1905 ed il 1911.
Come funzionerà sull’enorme palcoscenico della Grosses Festspielhaus?
Il palcoscenico è immenso; lo possiamo utilizzare in modo versatile ed accentuare il senso di sogno dei fanciulli.
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