sabato 16 dicembre 2017

Il Festival di Salisburgo in Estremo Oriente in Formiche 16 dicembre



Il Festival di Salisburgo in Estremo Oriente

Il Festival di Salisburgo in Estremo Oriente
Come sottolineato in altri articoli di questa testata, i festival di Salisburgo durano tutto l’anno. In attesa della settimana mozartiana in gennaio- febbraio, il management e parte degli artisti del festival principale – quello estivo con un’anticipazione a Pentecoste – hanno appena compiuto un gran tour in Asia con concerti a Shanghai, Seul e Pechino dove si sono esibiti l’orchestra giovanile ed i vincitori dei concorsi di canto. La ragione è in buona parte commerciale. La scorsa estate, nelle sei settimane del festival, ben 261,500 persone hanno seguito le rappresentazioni del festival. Tra gennaio ed ottobre di quest’anno 90mila cinesi e 45mila coreani hanno visitato Salisburgo. I festival italiani dovrebbero prenderne esempio.
La tournée del festival in Estremo Oriente è stata sponsorizzata da due partner storici della manifestazione: Rolex ed Audi e guidata dal presidente Helga Rabl-Stadler e dal direttore artistico Markus Hinterhäuser.
All’Hantang Culture Development Center di Shangai (una struttura private creata da una cinese appassionata di musica lirica) non solo è stato tenuto un concerto ma è stato messo a punto il programma di una joint venture tra Salisburgo ed il Cultural Center: la formazione comune di giovani cantanti lirici. Il Centro è stato creato nel 2003 come ponte per la promozione musicale tre est ed ovest. I suoi due principali programmi A World of Excellence e The Ultimate Luxury hanno 600 spettatori in quanto vengono trasmessi su 50 canali televisivi, 50 aeroporti e nelle principali linee aree cinesi. L’anno scorso hanno trasmesso anche spettacoli del festival. Alle manifestazioni a Seul hanno partecipato anche i soprani Evgenia Muraveva e Elena Larina.
A Pechino ha partecipato il tenore coreano Mingjie Lei che ha seguito il Yuong Singer Program di Salisburgo e nel 2017 ha cantato in Lucrezia Borgia di Donizetti a fianco di Krassimira Stoyanova, Ildar Abdrazakov e Juan Diego Flórez.
Al rientro dall’Estremo Oriente, è stato presentato il primo di una serie di libri in pubblicazione per il centesimo anniversario del festival che ha iniziato le proprie attività nell’estate 1920. Il libro del musicologo Clemens Hellsberg tratta della complessa relazione tra il festival ed i Wiener Philharmoniker. La redazione del volume, con un’introduzione di Robert Hoffmann, ha comportato lunghe ricerche, che hanno beneficiato del supporto dell’Associazione “Amici del Festival”. E probabile che ne venga fatta un’edizione italiana. Il volume mostra come Salisburgo è diventata la “seconda casa” delle Filarmonica di Vienna; l’orchestra ha mostrato il proprio impegno verso il Festival specialmente nella Seconda guerra mondiale; continuò a lavorare sino al 16 agosto 1944 quando Richard Strauss li congedò con la frase “Signori, spero che ci vedremo di nuovo in un mondo migliore”.

Nessun commento: