venerdì 6 ottobre 2017

RE RUGGERO/ L'inaugurazione della stagione di Santa Cecilia "guastata2 dai video in Il Sussidiario 7 ottobrestata" dai video in Il Sussidiario



RE RUGGERO/ L'inaugurazione della stagione di Santa Cecilia "guastata" dai video
Con Re Ruggero c'è stata l'inaugurazione della stagione sinfonica dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma. Rovinata, secondo GIUSEPPE PENNISI, dai video dei Masbedo
07 ottobre 2017 Giuseppe Pennisi
Un momento dello spettacolo (Foto di Musacchio & Iannello)Un momento dello spettacolo (Foto di Musacchio & Iannello)
L'inaugurazione della stagione sinfonica dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia è stata sciupata dai video dei Masbedo, la cui intenzione era di presentare l'intimo del Re Ruggero (il protagonista), in un viaggio emotivo nelle reazioni e nelle suggestioni che la vicenda scatena nel suo animo. Progetto ambizioso, ma non riuscito in quanto non in linea né con la vicenda, né con la musica. Ben differenti i video di Mathis der Maler di Hindemith al Festival Enescu e di Jérusalem curato da Hugo de Ana al Festival Verdi o di Ettore Majorana- cronaca di infinite scomparse di Roberto Vetrano (ora nel circuito di Opera Lombardia prima di andare in Spagna e Germania): tali video erano un intelligente supporto alla musica e al libretto. I Masbedo si sono dedicati specialmente a istallazioni e supporto a musica pop; dovrebbero continuare su quel filone.
Seconda opera di Karol Szymanowski, Re Ruggero è stata rappresentata in Italia solo a Palermo. Di recente, con la guida di Antonio Pappano (che nel 2021 la proporrà alla Scala), ha avuto un buon successo a Londra alla Royal Opera House. Ho avuto l'occasione di vederla e ascoltarla a Palermo nel 2005 e l'anno seguente a Varsavia, dove ne è in repertorio una produzione molto esplicita e trasgressiva. 
Re Ruggero è essenzialmente un lavoro tardo-romantico. Considero Szymanowski un cugino minore di Korngold e Schrekrer, molto lontano, per restare nel periodo, dal sommo Zemlinski. I lavori di Smymanowski sono stati amati da Gavazzeni, Rattle, Mackerrars. In un libro ormai di oltre un quarto di secolo fa, il fine musicologo americano Ethan Nordden, lo chiama "uno dei capolavori nascosti del teatro d'opera contemporaneo", aggiungendo che "sino agli anni Cinquanta e Sessanta non si è ascoltata una tale fusione di stili e di suoni, dalla bitonale polifonia alla Stravinskji alla concisione ritmica alla Bártok agli orientalisti alla Skryabin"- il tutto costruito su un'architettura basata sulle lezioni di Wagner, Debussy e Strauss. Re Ruggero è la fonte di ispirazione di opere degli anni Settanta come The Bassarids di Henze e A death in Venice di Britten. 
Nato da una ricca famiglia di proprietari terrieri in quella parte dell'Ucraina che era territorio polacco, perse ogni bene dopo la Prima guerra mondiale e visse di stenti sino alla morte. Nei primi anni del secolo scorso, Szymanowski aveva viaggiato molto nel bacino del Mediterraneo ed era rimasto affascinato in particolare dalla fusione di culture presente in Sicilia. Era cattolico fervente (tra le sue opere più eseguite, nelle Chiese polacche anche durante la dittatura comunista, uno Stabat Mater, le Litanie alla Vergine Maria e un Veni Creator). Era anche omosessuale, condizione che viveva in discrezione e che lo portava spesso in Sicilia e Nord Africa alla ricerca di avventure mercenarie.
L'opera è un lavoro ricco di contrasti sonori, in cui si ritrovano echi della complessa poetica musicale di Skrjabin (autore la cui vicenda artistica e personale ha avuto molti punti di contatto con quella di Szymanowski) e della musica di Debussy; un'opera intrisa delle suggestioni legate ai numerosi viaggi di Szymanowski in Sicilia, regione punto d'incontro tra diverse culture. La trama - in cui si trovano spunti delle Baccanti di Euripide - ruota intorno al mito dionisiaco ed è incentrata sui tormenti e i turbamenti interiori del Re, combattuto tra le tentazioni dell'amore pagano e di quello cristiano e familiare a cui è stato sempre devoto. 
Ogni atto è costruito attorno a un confronto fra Ruggero, normanno, filosofo e matematico (con un arabo come principale consigliere) e Dioniso, in tre luoghi diversi: una chiesa bizantina, il palazzo reale, l'anfiteatro greco di Taormina. Nel primo atto sono riconoscibili tre ampie unità formali, la prima delle quali si ispira al mondo della musica bizantina: salmodie antifonali, doppi cori. L'unità successiva è caratterizzata dall'unirsi delle voci di Roxana (moglie di Ruggero) e del pastore, dal loro progressivo emergere  fino al climax. Il secondo atto è un tableau orientale  in forte contrasto con il bizantinismo del primo. La prima parte è costruita attorno all'aria strofica in cui Roxana intercede per il pastore,  la seconda è basata sulle danze rituali. Nel terzo atto il simbolismo si fa più esplicito: ora il pastore si presenta come Dioniso e Ruggero lascia che il suo tormentato dissidio interiore si sciolga in favore della nuova fede. 
All'Accademia Nazionale di Santa Cecilia è stata presentata in forma di mise en éspace. I cantanti recitano (non utilizzano leggii) e utilizzano due livelli (il palco) e il secondo ordine di galleria. L'azione è spedita (circa 90 minuti) e i cantanti hanno doti attoriali e sono tutti di alto livello: Lukasz Golinski (Re Ruggero), Lauren Fagan (la Regina Rossana), Edgaras Montvidas (il Pastore), Marco Spotti (l'Arcivescovo), Elena Rasker (la Diaconessa), Kurt Azesberger (Idriss). L'orchestra e il coro (compreso quello di Voci Bianche) di Santa Cecilia guidati da Pappano e, per la parte corale, da Ciro Visco rendono a perfezione le atmosfere di Szymanowski. In aggiunta, l'installazione sonora con Olofoni ideata dal compositore Michelangelo Lupone consente al pubblico di sperimentare, all'arrivo nella Cavea dell'Auditorium Parco della Musica, l'emozione di un ascolto diffuso e avvolgente come quello che prova il direttore stando tra gli strumenti dell'orchestra. 
Un'esecuzione musicale mirabile. Turbata dai video.
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