martedì 29 agosto 2017

A Salisburgo anche i conti sono una spettacolo in Il Dubbio del 30 agosto



SI È CONCLUSA OGGI L’EDIZIONE 2017 CHE HA CONFERMATO L’OTTIMA SALUTE DEL FESTIVAL AUSTRIACO
A Salisburgo anche i conti sono uno spettacolo
GIUSEPPE PENNISI
Sta terminando la stagione dei festival musicali estivi. In Italia se ne contano 35 solo di lirica ma molti altro non solo che “carri di Tespi” viaggianti in località vacanziere con orchestre improvvisate e cast “low cost” per lo più composti da artisti orientali. È il momento di consuntivi o almeno di preconsuntivi. Nel Belpaese, molte iniziative chiudono con disavanzi più o meno forti. Ancora non si hanno i dati sull’Arena di Verona, un festival che con una capienza di 15.000 spettatori a spettacolo ed un contesto davvero unico al mondo, dovrebbe – come ripete da anni Franco Zeffirelli - reggersi sulle proprie gambe e anche finanziare la stagione invernale ( principalmente concertistica) del Teatro Filarmonico della città estense: ma un anno fa aveva accumulato 30 milioni di debiti. Vanno bene i festival di Pesaro ( Rof Rossini Opera Festival) con pubblico ( 70% straniero) e incassi in ascesa ed il Festival di Ravenna. Il Festival pucciniano ha ancora il potenziale tarpato dal forte mutuo contratto per la costruzio- ne del teatro in muratura.
Anche i festival italiani che vanno meglio, sono una piccola cosa rispetto al festival estivo di Salisburgo, terminato oggi, e il cui consuntivo sarà disponibile tra breve. In sei settimane, e con un contributo pubblico complessivo di 12,8 milioni ed un bilancio complessivo di circa 60 milioni di euro, ha macinato utili per 29,9 milioni ( al lordo delle tasse e delle imposte), ha avuto oltre 260.000 spettatori paganti ( a fronte di oltre mezzo milione di richieste di biglietti), provenienti da 79 nazioni ( di cui 40 extra- europee): i prezzi dei biglietti variano tra i 450 e i 15 euro a posto ( oltre la metà al di sotto dei cento euro). Sono state effettuate 195 rappresentazioni in 15 differenti luoghi di spettacolo. Quali sono le determinanti che spiegano la differenza tra il contributo pubblico e l’utile del Festival ( di cui una parte è stata devoluta a un fondazione che cura i bambini del Medio Oriente)? Non solo la biglietteria. Il prestigio della manifestazione attira sponsor pluriennali ( Nestlé, Siemens, Audi, Rolex, Swarovsky, Roche, Uniqa, l’Occitain, Bank of America, Merill Lynch, Hangtang Culture, Novatek, Solvay, Leica e molti altri, oltre all’Associazione dei 6000 “amici del festival”, che hanno priorità nell’acquisto di biglietti, di tutto il mondo). Alcuni sponsor ( ad esempio, Uniqa e l’Occitain) finalizzano il contributo a obiettivi come biglietti a basso costo per i giovani.
Altra fonte di proventi sono non solo le co- produzioni ( per due anni uno spettacolo può essere ripreso unicamente nei teatri che lo hanno coprodotto), ma anche la vendita di spettacoli ad altri teatri, nonché di diritti radiofonici e televisivi, e una linea di produzione in esclusiva di dischi e Dvd: Occorre ricordare che il Festival estivo di Salisburgo non è l’unica manifestazione musicale nella città austriaca ai piedi delle alpi bavaresi. L’anno inizia con un festival mozartiano di due settimane a gennaio- febbraio gestito dalla Fondazione Mozarteum ( un centro di ricerca e di alta formazione), segue poi il Festival di Pasqua ( da alcuni anni organizzato dall’Opera di Dresda) e a ruota il Festival di Pentecoste, un anticipo del Festival estivo con cui condivide l’organizzazione, anche se è diretto dal mezzo soprano italiano Cecilia Bartoli. I Festival e l’informatica sono le industrie principali di un Land, il cui tasso di crescita supera la media austriaca, da dieci anni in misura significativa.
Se dalla analisi dei dati strettamente finanziari si va a quelli economici, che rispecchiano le ricadute sull’economia reale, è utile leggere gli studi fatti dalla locale Camera di Commercio, dalla Università di St Gallen e della società di ricerche economiche Joanneum Research. In primo luogo, il metodo. Lo studio della Univesità di St. Gallen e di Joanneum Research utilizzano un modello di equilibrio economico generale applicato al Land per stimare gli effetti economici, utilizzando le tavole regionali input- output appena pubblicate dal Gaw Innsbruck ( Gesellschaft für Angewandte Wirtschaftsforschung- Società di Ricerca Economica Applicata); il modello viene successivamente ampliato all’intera Repubblica Federale Austriaca. Lo studio della Camera di Commercio è, invece, costruito su un questionario distribuito sia agli esercenti sia a coloro giunti a Salisburgo principalmente per il Festival.
Due approcci differenti che portano, però, a conclusioni convergenti: in estrema sintesi, il festival crea 183 milioni di euro di valore aggiunto, 2.800 posti di lavoro ( equivalenti su base annua) e 77 milioni di gettito fiscale e para- tributario.
Vediamo alcuni aspetti specifici. Se il Festival “frutta” 183 milioni di euro al Land di Salisburgo, i suoi effetti sull’intera Austria toccano i 215 milioni di euro perché il Land, grazie al Festival, è uno dei maggiori motori di sviluppo economico per la Repubblica Federale Austriaca Lo studio analizza, utilizzando tecniche econometriche, gli effetti di reddito su settori specifici, gettito tributario e paratributario e contributo sociali. Gli effetti occupazionali per l’intera Austria sono di 3400 posti di lavoro equivalenti su base annua perché anche in questo caso la manifestazione fa da traino ad attività correlate nel resto della Repubblica.
A questi effetti, quantizzati nell’analisi, se ne aggiungono altri “intangibili” di difficile misurazione quali quelli sull’immagine, sull’istruzione e sul sistema ad alta tecnologia sviluppatosi accanto al Festival. Il lavoro della Camera di Commercio mette in rilievo come nel periodo del festival, i turisti soggiornano più a lungo ( mediamente sei giorni, invece di poco più un giorno e mezzo), spendono 319 euro a testa, in aggiunta ai biglietti per gli spettacoli, e hanno un alto grado di fidelizzazione: l’ 80% è venuto al Festival almeno sei volte, il 47% almeno venti volte. Il 95% degli intervistati ha detto che è venuto a Salisburgo per il Festival non per visitare la città.
Nelle sei settimane del Festival estivo il fatturato di Salisburgo aumenta di 129 milioni di euro, di cui 77 milioni per hotel e ristoranti, 26 milioni per acquisti commerciali ed il resto per visite a mostre e musei, mobilità, servizi personali ed altri comparti. Se aggiungono le vendite di biglietti e di spettacoli, il fatturato addizionale raggiunge 141 milioni al netto di Iva.
Questi dati devono indurre a riflettere. Tra i Festival italiani, unicamente il Rossini Opera Festival produce regolarmente analisi del genere. Lo hanno fatto, con meno regolarità, il Puccini Festival ed il Ravenna Festival. Non si ha contezza di studi sugli effetti del Festival di Spoleto. Sarebbe utile che diventassero strumento standard anche per meglio modulare l’intervento pubblico.
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ALCUNE FOTO DI SCENA DELL’EDIZIONE 2017 “AIDA” MONIKA RITTERSHAUS ACCANTO AL TITOLO “LEAR” THOMAS AURIN IN BASSO “LADY MACBETH VON MZENSK” THOMAS AURIN
IN ITALIA VANNO BENE IL “ROSSINI OPERA FESTIVAL” DI PESARO E QUELLO DI RAVENNA.
L’ARENA DI VERONA LO SCORSO ANNO CHIUSE CON 30 MILIONI DI DEBITI



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