giovedì 18 maggio 2017

Riattivare l’ascensore in Avvenire 18 maggio



Riattivare l’ascensore
Agire sull’occupazione per superare lo stallo
Nel Rapporto Istat 2017 viene proposto un metodo innovativo al fine di convogliare l’enorme ricchezza di dati e di capacità analitica dell’Istituto nella descrizione della società italiana. L’elemento centrale è la famiglia. È già significativo che l’Italia e la sua evoluzione vengano letti dal punto di vista dei nuclei familiari, troppo spesso ignorati. Il rapporto individua nove gruppi di famiglie tramite una pluralità di dimensioni, non solo economico-finanziarie ma anche culturali e sociali. Non è un procedimento interamente nuovo; ad esempio, già nel lontano 1944, pur senza la ricchezza delle statistiche Istat, lo utilizzò il Premio Nobel Gunnar Myrdal nel volume 'An American Dilemma' che all’epoca suscitò polemiche ma anche nuove politiche con maggiore attenzione al sociale ed ai diritti civili.
I nove gruppi del Rapporto evidenziano le differenze economiche e sociali che caratterizzano le principali categorie delle oltre 25 milioni di famiglie residenti in Italia. È più di una fotografia della società, dal punto di vista delle famiglie. È una radiografia che fornisce il quadro della situazione di oggi. Se il metodo verrà applicato, con perseveranza, nei prossimi anni si potranno fare analisi di statistica comparata dell’evoluzione sociale che spieghino le dinamiche di questa evoluzione. Un lavoro difficile, ma non impossibile. Un lavoro, anzi, necessario perché la radiografia presenta un quadro di forti differenze economiche e sociali tra i gruppi di famiglie ed indicazioni di scarsa mobilità: i gruppi nei gradini bassi della piramide sociale non riescono a salire verso quelli più alti.
L’impressione è che l’ascensore sociale si sia fermato ai piani bassi e non si sa come rimetterlo il moto. I due principali grimaldelli, individuati nel documento, sono l’occupazione e l’istruzione. Il primo è evidente, l’economista britannico Paul Streeten ripeteva: «I poveri hanno una sola cosa che possono vendere, il loro lavoro ». La crescita dell’occupazione , dunque, dovrebbe essere l’obiettivo principale di qualsiasi politica economica che voglia un miglior funzionamento dell’ascensore sociale. Indiscutibile anche il ruolo dell’istruzione: lo sottolineavano già cinquanta anni fa il Nobel Gary Becker. Tuttavia, gli studi Pisa dell’Ocse (ed anche il governatore della Banca d’Italia) hanno sottolineato come da anni i rendimenti (agli individui) dell’istruzione in Italia si stanno riducendo, diminuendo così l’efficacia di questa leva. Il tema merita un approfondimento nel prossimo rapporto.
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