martedì 16 maggio 2017

Il taglio del cuneo fiscale o è drastico o serve a poco in Avvenire del 17 maggio



Lezioni americane per il Tesoro
Il taglio del cuneo fiscale o è drastico o serve a poco
La riduzione del cuneo fiscale (e contributivo) è uno dei principali temi all’ordine del giorno nella preparazione della prossima legge di bilancio. Secondo un recente rapporto della Corte dei Conti, il cuneo è in Italia «di ben 10 punti» superiore a quello che si registra mediamente nel resto d’Europa: il 49% viene infatti prelevato «a titolo di contributi e di imposte». Ancora più difficile la situazione delle piccole e medie e imprese: «Il 'total tax rate' stimato per un’impresa di medie dimensioni testimonia di un carico fiscale complessivo (societario, contributivo, per tasse e imposte indirette) che penalizza l’operatore italiano in misura (64,8%) eccedente quasi 25 punti» quello che è dovuto dalle imprese europee in media. In questo modo non si cresce. E non si compete con imprese del resto del mondo. Ammesso ciò, occorre chiedersi di quanto si dovrebbe ridurre il cuneo perché fornisca uno stimolo efficace e non metta in serie difficoltà i vincoli di finanza pubblica.
In questo contesto, la direzione generale analisi economica e finanziaria del Dipartimento del Tesoro ha preso l’iniziativa di organizzare seminari interni per studiare esperienze straniere. In uno di questi si è discusso di uno studio di tre economisti americani – Claudia R. Sahm, Matthew D. Shapiro e Joel Slemrod – sui bilanci delle famiglie davanti allo stimolo fiscale. In effetti, pur tenendo conto di tutte le differenze economiche, finanziarie, politiche e sociali tra Usa ed in Italia, gli Stati Uniti sono un caso interessante perché una riduzione dalla payroll tax (imposte e oneri sociali) è stata effettuata nel 2011 per spingere la ripresa in atto, ma dopo solo due anni è stata revocata. Al fine di non turbare gli equilibri di finanza pubblica, è stata una riduzione modesta (del 2%). Si pensava bastasse a stimolare le fasce di reddito mediobasse e basse. Invece ha fatto cilecca, nonostante quel taglio si aggiungesse a due altre misure di stimolo fiscale iniziate nel 2008, e nel 2010 per una riduzione complessiva di mezzo miliardo di dollari.
Lo studio utilizza i sondaggi sui bilanci delle famiglie e sul comportamento dei consumatori che la Fed conduce da decenni con sempre maggiore raffinatezza. Costruendo ed utilizzando modelli di micro simulazione del comportamento delle famiglie, individua una vastissima categoria di famiglie il cui comportamento dipende dai loro propri vincoli di bilancio: quelle che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese o che, come accade spesso negli Stati Uniti, sono fortemente indebitate. Sono queste fasce che hanno utilizzato la riduzione del cuneo per ripulirsi i bilanci e non per aumentare spese per consumi ed investimenti. Questo 'caso' fornisce indicazioni anche per noi: o la riduzione del cuneo fiscale è significativa ed accompagnata da una serie revisione della spesa pubblica o è difficile che abbia effetti sulla macro economia.
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