mercoledì 3 maggio 2017

I teatri di tradizione salvano le fondazioni liriche im sussidiario 2 maggio



IL CASO/ I teatri di tradizione salvano le fondazioni liriche
La Scala è il teatro più caro d’Europa, ma ha perso pubblico pagante. La domanda è elastica ai prezzi, in una crisi dell’economia reale che dura da cinque anni. GIUSEPPE PENNISI
03 maggio 2017 Giuseppe Pennisi
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Le fondazioni liriche sono in crisi profonda. A Roma, il 21 aprile, alla prima di Andrea Chénier orchestrali e maestranze distribuivano foglietti strappa lacrime sulla mancanza di finanziamenti (e di pubblico). Nonostante circa la metà del Fondo Unico per lo Spettacolo sia dedicata alle 12 fondazioni lirica ed all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, e nonostante i piani straordinari di risanamento straordinari (come la Legge Bray), alcuni grandi teatri sembrano sempre in crisi. Negli ultimi tre anni la situazione è peggiorata. Alla stessa Scala si vedono spesso file vuote e l’Opera di Firenze non regge più di tre repliche per opera (sovente a sala semi-deserta). Un’inchiesta della consorella Classic Voice mostra che alcune fondazioni hanno risposto aumentando i prezzi dei biglietti nella convinzione di attirare pubblico scelto anche dall’estero. Oggi secondo l’inchiesta, La Scala è il teatro più caro d’Europa, ma ha perso pubblico pagante. La domanda è fortemente elastica ai prezzi, specialmente in una crisi dell’economia reale che dura da cinque anni.
Molto meglio i teatri ‘di tradizione’, una teatri, spesso antichi e sovente in città d’arte, organizzati in ‘circuiti’. Lo stesso spettacolo , replicato tre- quattro volte per città (almeno una replica è per gli studenti, avviandoli così alla conoscenza ed all’apprezzamento della lirica, totalizza dalle 20 alle 40 alzate di sipario, ammortizzando i costi tra più enti. In città relativamente piccole , inoltre, una serata all’opera è un evento ed il pubblico non manca.
Abbiamo più volte citato la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi.Il 20 aprile è stato approvato un bilancio che si chiude con il segno positivo, per l’undicesimo anno consecutivo, e senza nessun deficit pregresso.
Nel 2016 gli eventi organizzati sono stati 194, gli spettatori 44.353, oltre 330 le giornate di apertura per spettacoli eventi prove e allestimenti. Oltre 14.300 studenti di ogni ordine e grado, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di II grado, sono stati coinvolti in progetti educativi o hanno partecipato con la propria classe o la famiglia alle diverse proposte di spettacolo rivolte ai ragazzi e ai giovani.
In 16 anni di attività, l’azienda culturale di produzione e servizi per il territorio ha gestito per 12 mesi ogni anno un’intensa attività artistica e culturale, tra appuntamenti d’opera, concerti, prosa, teatro ragazzi, danza, circo contemporaneo, ricerca musicologica, produzione lirica, didattica e formazione, sperimentazione di nuove tecnologie e realtà aumentata e virtuale nello spettacolo dal vivo, collaborazione agli eventi promossi da Comuni ed Associazioni. Intensa l’attività lirica, nella Stagione lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi, e nel Pergolesi Spontini Festival, eventi sostenuti dal Ministero dei Beni delle Attività culturali e del Turismo. Dalla sua nascita nel 2001 ad oggi, la Fondazione ha gestito un volume d’affari complessivo di oltre 61 milioni di euro, senza registrare alcuna passività di bilancio. Un dato che conferma l’oculata gestione delle risorse e la pervicace ricerca di nuove entrate sui mercati nazionali ed internazionali.
In un contesto di crisi economico-finanziaria che ha colpito il sistema dello spettacolo dal vivo in modo generalizzato, il 2016 ha rappresentato per la Fondazione un anno difficile. Nella gestione del budget 2016, con riferimento soprattutto alle attività principali in capo alla Fondazione, come il Festival Pergolesi Spontini e la Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi, è apparsa evidente la necessità di rivedere le modalità di progettazione degli spettacoli: il rispetto di rigorosi criteri hanno spinto l’azienda a ideare programmi artistici con un numero maggiore di appuntamenti rispetto al passato, “leggeri” sotto il profilo economico e al tempo stesso salvaguardandone la qualità artista.
Molti gli appuntamenti in collaborazione con teatri e festival di livello nazionale ed internazionale, con un incremento dei ricavi per coproduzioni e la rilevanza dei ricavi per noleggi allestimenti. Importante la co-produzione di una prima esecuzione in epoca moderna dell’opera “La scuola de’ gelosi” di Salieri su 6 piazze (Legnago, Verona, Belluno, Chieti e, nel 2017, Jesi e Firenze per un totale di 14 recite), che ha visto la Fondazione quale ente capofila. L’intera operazione ha inteso valorizzare teatri “minori”, interessati a sperimentare nei propri cartelloni anche un titolo d’opera, con un allestimento interamente costruito a Jesi presso i Laboratori della Fondazione Pergolesi Spontini. Fra le coproduzioni va menzionato anche il nuovo allestimento dell’opera “Adelson e Salvini” con il Teatro Massimo “V. Bellini” di Catania, Ente Lirico con cui la Fondazione ha attivato nel 2016 diverse collaborazioni tra cui la realizzazione – sempre a Jesi - dell’allestimento dell’opera “Fedra” di Paisiello con cui si è aperta la stagione lirica di Catania. Costruite a Jesi, sempre nei Laboratori, le scene dell’opera “Lucia di Lammermoor” per il Teatro delle Muse di Ancona e tre allestimenti per Teatri e compagnie di prosa, quali Teatrozeta e Compagnia Lombardi Tiezzi.
Recenti, tra l’altro, gli accordi con i Teatri de L’Avana, grazie al quale pochi sarà la prima opera di Giovanni Battista Pergolesi ad essere rappresentata nella Repubblica di Cuba; con la Roudaky Foundation di Teheran, tra le principali istituzioni culturali della Repubblica Iraniana, per coprodurre opera italiana e formare artisti e maestranze locali; con “Il centro studi per la musica fiamminga” operante in seno al Conservatorio Reale di Anversa per lo studio, la revisione critica, eventuali registrazioni e messe in scena di quattro partiture ritenute scomparse di Gaspare Spontini, eccezionalmente ritrovate lo scorso giugno nella Biblioteca del Castello d’Ursel in Hingene (Belgio); con il Palazzetto Bru Zane di Venezia per la messa in scena dell’Olimpie di Gaspare Spontini nell’edizione realizzata dalla Fondazione Pergolesi Spontini al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi e al Concertgebouw di Amsterdam.
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