lunedì 28 novembre 2016

La Ue cambia le regole Nuove insidie per il credito italiano in Avvenire 29 novembre



La Ue cambia le regole Nuove insidie per il credito italiano
Vi ricordate l’entrata in vigore, quasi di soppiatto (almeno in Italia), delle prime due 'gambe' o 'pilastri' dell’unione bancaria europea? Allora scoppiò, quasi a ciel sereno, il problema del 'bail in' al momento del dissesto di Banca Etruria e di altri tre istituti dell’Italia centrale ; altri Stati membri dell’Unione Europea (UE),avevano risolto, spesso con interventi pubblici, problemi analoghi durante il negoziato (circa tre anni) dell’unione bancaria, le cui regole si rivelano oggi un ostacolo ad alcuni dei piani di risanamento del Monte dei Paschi di Siena, il cui eventuale crollo inciderebbe su parte importante del sistema bancario del Paese. La settimana scorsa è stata presentata una 'Comunicazione' della Commissione dal titolo 'Verso il completamento dell’unione bancaria'. Si tratta in effetti di un progetto per modificare i primi due pilastri dell’unione bancaria e, al tempo stesso, cercare di superare le obiezione della Germania e di altri Stati europei al terzo pilastro: la garanzia comune sui depositi in conto corrente sino a 100.000 euro. La 'Comunicazione' non è stata molto notata in Italia, e invece è un primo passo di un processo molto lungo , che forse non porterà all’aspirata garanzia comune sui depositi e nemmeno a modifiche di fondo dell’assetto ora in vigore. È bene che l’Italia faccia sentire la propria voce.
La 'Comunicazione' ha come obiettivo quello di ridurre i rischi. A tal fine, verrebbero introdotti nuovi requisiti di capitale e nuovi limiti all’impiego della leva finanziaria, riducendo,al tempo stesso, gli oneri amministrativi sugli istituti di più piccole dimensioni. Ciò comporta modifiche ad alcuni strumenti di base dell’unione bancaria quali i regolamenti e le direttive sui requisiti di capitale , il regolamento sul meccanismo per le risoluzione bancarie e la direttiva sul riassetto e la risoluzione bancaria. I dettagli della 'Comunicazione' fanno supporre che ci siano state consultazioni informali con esperti o dirigenti di alcuni Stati Ue;l’Itali è stata inclusa in questo giro od ignorata? Il rafforzamento degli istituti (e di misure speciali per quelli di piccole dimensione) è senza dubbio auspicabile, ma è fattibile in una fase in cui il sistema bancario europeo ha crediti incagliati ed inesigibili pari al triplo di quelli di ogni altra area continentale (con l’Italia che ha più problemi degli altri)?
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