lunedì 19 settembre 2016

Cosa penso degli sbuffi di Matteo Renzi a Bratislava in Formiche 17 settembre



Cosa penso degli sbuffi di Matteo Renzi a Bratislava
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Cosa penso degli sbuffi di Matteo Renzi a Bratislava
L'opinione di Giuseppe Pennisi
La riunione informale del Consiglio Europeo a Bratislava è stata un brusco risveglio per tutti coloro che speravano che dopo le tensioni e i traumi di questi ultimi anni l’Unione Europea (UE) tentasse di ritrovare una maggiore coesione. Lo è stato soprattutto per l’Italia a cui – dicono coloro che erano al vertice – è stata sbattuta la porta in faccia in materia di flessibilità di bilancio e proposte di Immigration Compact.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha senza dubbio fatto bene a tenere una conferenza stampa distinta da quella dei leader di Francia e Germania con i quali poche settimane fa, a Ventotene, aveva vagheggiato di costituire un ‘direttorio’ di ‘grandi potenze’ nell’UE, orfana del tradizionale alleato con l’Italia, la Gran Bretagna.
Tuttavia, alle sue giustificate proposte in materia di immigrazione (il cui costo grava principalmente su Italia e Grecia) ha aggiunto due rilievi che lo hanno indebolito.
Il primo riguarda quello che un diplomatico francese ha definito “il continuo piagnisteo sulla flessibilità”. Sa non di non essere in grado di prendersela, se vuole come ha fatto Parigi. Con un debito pubblico del 140%, mentre quelli di Francia, Spagna, Portogallo e Germania sono al 96,4%, 100,3%, 126,8% e 68,6%, è consapevole del fatto che senza una malleveria europea i mercati reagirebbero come nell’estate del 1992, con conseguenze gravissime sul referendum e sul suo futuro politico.
Il secondo riguarda l’avanzo commerciale tedesco. Non solo nessun accordo scritto specifica che non deve superare il 6% del Pil (si tratta solo di interpretazioni su frasi relative ad avanzi commerciali ‘ragionevoli’) ma mi insegnava Robert Mundell che c’è una sola arma per equilibrare le bilance commerciali: il tasso di cambio. L’unione monetaria l’ha messa in atto grazie al Q.E: della Banca centrale europea e del graduale deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro. Farne un punto di attacco alla Germania ha indebolito l’Italia, come rilevato da un alto funzionario del Ministero dell’Economia di Berlino. Per questo motivo, si è messo l’acceleratore sulle riforme istituzionali. Mentre quelle economiche sono nel grembo degli Dei.

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