domenica 21 agosto 2016

Quanto rende il Festival di Salisburgo: quando la musica è un investimento in Il Sussidiario 22 agosto



EVENTI/ Quanto rende il Festival di Salisburgo: quando la musica è un investimento

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EVENTI/ Quanto rende il Festival di Salisburgo: quando la musica è un investimento

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I festival estivi stanno per concludersi e si sta anche per tracciare bilanci consuntivi. Interessante, a questo riguardo, vedere, in anteprima, gli studi  fatti per il Festival di Salisburgo dalla locale Camera di Commercio, dalla Università di St Gallen e della società di ricerche economiche Joanneum Research
In primo luogo, il metodo. Lo studio della Univesità di St. Gallen e di Joanneum Research utilizzano un modello di equilibrio generale applicato al Land per stimare gli effetti economici, utilizzando le tavole regionali input-output appena pubblicate dal GAW Innsbruck (Gesellschaft für Angewandte Wirtschaftsforschung-Società di Ricerca Economica Applicata); il modello viene successivamente ampliato all’intera Repubblica Federale Austriaca. Lo studio della Camera di Commercio è, invece, costruito su un questionario distribuito sia agli esercenti sia a coloro giunti a Salisburgo principalmente per il Festival.
Due approcci differenti che portano, però, a conclusioni convergenti: in estrema sintesi, il festival crea 183 milioni di euro di valore aggiunto, 2.800 posti di lavoro (equivalenti su base annua) e 77 milioni di gettito fiscale e para-tributario.
Vediamo alcuni aspetti specifici. Se il Festival ‘frutta’ 183 milioni di euro al Land di Salisburgo, i suoi effetti sull’intera Austria toccano i  215 milioni di euro perché il Land, grazie al Festival, è uno dei maggiori motori di sviluppo economico per la Repubblica Federale. Lo studio analizza, utilizzando tecniche econometriche, gli effetti di reddito su settori specifici, gettito tributario e paratributario e contributo sociali. Gli effetti occupazionali per l’intera Austria sono di 3400 posti di lavoro equivalenti su base annua perché anche in questo caso la manifestazione fa da traino ad attività correlate nel resto della Repubblica.
A questi effetti, quantizzati nell’analisi, se ne aggiungono altri ‘intangibili’ di difficile misurazione quali quelli sull’immagine, sull’istruzione e sul sistema ad alta tecnologia sviluppatosi accanto al Festival.
Il lavoro della Camera di Commercio mette in rilievo come nel periodo del festival, i turisti soggiornano più a lungo (mediamente sei giorni, invece di poco più un giorno e mezzo), spendono 319 euro a testa (in aggiunta ai biglietti per gli spettacoli) ed hanno un alto grado di fidelizzazione (l’80% è venuto al Festival almeno sei volte, il 47% almeno venti volte): il 95% degli intervistati ha detto che è venuto a Salisburgo per il Festival non per visitare la città)
Nelle sei settimane del Festival estivo il fatturato di Salisburgo aumenta di 129 milioni di euro, di cui 77 milioni per hotel e ristoranti, 26 milioni per acquisti commerciali ed il resto per visite a mostre e musei, mobilità, servizi personali ed altri comparti. Se aggiungono le vendite di biglietti e di spettacoli, il fatturato addizionale raggiunge 141 milioni al netto di IVA.
Questi dati devono indurre a riflettere. Tra i Festival italiani, unicamente il Rossini Opera Festival produce regolarmente analisi del genere. Lo hanno fatto, con meno regolarità, il Puccini Festival ed il Ravenna Festival. Non si ha contezza di studi sugli effetti del Festival di Spoleto.
Sarebbe utile che diventassero strumento standard anche per meglio modulare l’intervento pubblico a favore dei festival.

(Giuseppe Pennisi e Patrice Poupon) 

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