giovedì 26 novembre 2015

L’ondata terroristica, le paure indotte il quadro economico in Avvenire 26 novembre



L’ondata terroristica, le paure indotte il quadro economico
La parola d’ordine nel Palazzo è che l’ondata di terrorismo in atto non avrà implicazioni sostanziali sull’economia. L’argomento di fondo è che le spese per la sicurezza saliranno di circa un miliardo, un’inezia in un bilancio dello Stato di 600 miliardi di euro. Un atteggiamento analogo è stato preso dall’Eurogruppo, che si è riservato di valutare a una prossima riunione se la sicurezza aggiuntiva avrà effetti sull’aderenza di alcuni Stati (Francia e Belgio nello specifico) al Patto di stabilità.
Il quadro, però, è molto più complesso. Proprio il giorno delle stragi di Parigi, il 'gruppo del consenso' (i 20 istituti privati di analisi econometrica previsionale) ha diramato le sue stime per i prossimi 24 mesi. Quelle per l’Italia erano già allora meno ottimistiche di quanto incluso nel Def: una ripresa lenta e fragile che nel 2016-2017 avrebbe portato a una crescita annua sull’1,2-1,3%. Una nuova tornata di stime del gruppo è attesa verso il 10 dicembre.
Ora è facile ipotizzare un ulteriore rallentamento. Tre sono i fattori: l’export (il 15% circa del nostro esport è diretto al Medio Oriente e al Nord Africa); il turismo e i consumi interni. L’incertezza può aggravare la 'trappola della liquidità', il fenomeno in base a cui la politica monetaria non riesce ad avere alcuna influenza sulle scelte di famiglie e imprese. La determinante 'incertezza' è la più difficile da quantizzare.
Invocare la clausola del Fiscal Compact per allentare i vincoli Ue in caso di 'circostanze eccezionali' avrebbe, in questo scenario, effetti limitati. Se non abbinata a una riforma complessiva del Fiscal Compact, darebbe un respiro di breve periodo ed avrebbe effetti molto differenti da Stato a Stato in quanto aggraverebbe il debito pubblico (che già minaccia di essere appesantito dal prevedibile aumento dei tassi Usa): peserebbe molto in prospettiva su Belgio ed Italia e comparativamente meno su Francia. Sarebbe preferibile riassestare il bilancio dello Stato per dare maggior spazio a sicurezza interna e difesa operando sulle voci individuate dalle varie spending reviews come poco produttive per l’utilità sociale.
Giuseppe Pennisi
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