martedì 18 agosto 2015

Merkel alle prese con lo stesso dilemma di Bismarck in Avvenire 19 agosto



Merkel alle prese con lo stesso dilemma di Bismarck
Il Bundestag esaminerà oggi l’accordo intergovernativo con cui gli Stati dell’Eurozona si apprestano a finanziare il terzo piano di salvataggio della Grecia. È un passaggio cruciale: in caso di pollice verso, il piano andrà a gambe all’aria e la Grecia sarà «non solvente» nei confronti della Bce e di altri creditori. L’esito potrebbe essere l’uscita di Atene dall’unione monetaria e dalla stessa Ue. Ne potrebbe conseguire lo sfarinamento dell’Eurozona e una pausa nel processo d’integrazione europea. I sondaggi affermano che la grande coalizione al governo a Berlino dovrebbe tenere botta, ma tra gli oppositori ci sono non solo i tradizionalisti del centro- destra e i partiti estremisti e populisti, ma anche un numero crescente di socialdemocratici. Il partito socialdemocratico ha una base operaia. I suoi eletti temono di dover presentare agli elettori un terzo salvataggio, alimentato con i risparmi degli operai. Ancora peggio se – come molti temono – il terzo salvataggio non metterà adeguatamente in moto l’economia reale greca e tra due-tre anni Atene tornerà a batter cassa per evitare il crollo del Partenone.
Molto dipenderà da come la Signora Merkel chiederà di approvare il terzo salvataggio. In cuor suo sa che non si tratta di pur necessaria solidarietà nei confronti della piccola Repubblica Ellenica, entrata quasi per errore nell’Unione monetaria e comportatasi da discolo , piuttosto che da Paese virtuoso e meritevole di essere incoraggiato. Angela Merkel, come quasi tutti gli esponenti Cdu/Csu, è fortemente europeista e consapevole che le ragioni riguardano il ruolo della Germania in Europa.
Oggi il cancelliere ha lo stesso dilemma che cento trenta anni fa aveva Bismarck. Da un canto, la Germania è troppo grande rispetto agli altri Paesi europei: se prende un raffreddore, causa ad altri un attacco di polmonite. Dall’altro la Germania è troppo piccola per curare tutti i problemi europei. Per questo motivo, l’unico futuro possibile per la Germania è una maggiore integrazione europea, anche se difficile da far digerire ai propri elettori, soprattutto in vista di un ipotetico terzo mandato alla guida della corazzata tedesca. Un discorso piano che spiegasse il dilemma della Germania probabilmente risolverebbe il dilemma della Signora Merkel. E convincerebbe molti dubbiosi.
Giuseppe Pennisi
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