sabato 25 aprile 2015

I BUONI FRUTTI DEGLI SGRAVI FISCALI MA IN ITALIA..... in Musica n. 266



I BUONI FRUTTI DEGLI SGRAVI FISCALI MA IN ITALIA.....

Il Centro per la Musica Romantica Francese a Palazzetto Bru Zane a Venezia, nel cui ambito si tiene il Festival Onslow, produce circa 100 serate di concerti ed opere liriche l’anno, a volte in collaborazione con partner; nel 2014-2015 i è giunti a ben 164, di cui circa la metà a Venezia ed il resto in Francia ed in numerosi Paesi europei. Dal 2009, quando è stato istituito, alla fine del 2014 ha prodotto 118 registrazioni (diffuse da alcune delle maggiori case discografiche) e 28 libri. Nel Veneto, ha avviato, nel 2013, un progetto didattico sulla musica romantica francese che coinvolge 832 alunni e 41 classi e che comportato 41 laboratori didattici. Il costo annuale di queste attività sfiora i milioni di euro, di cui l’80% è coperto dalla Fondazione Bru ed il resto di ricavi dalla vendita di attività musicali, libri e dischi e dalla biglietteria. La Fondazione Bru è diritto svizzero e sottoposta ai controlli delle autorità di Berna sugli enti privati che hanno finalità di supporto alla ricerca, alle art ed al sociale. Sulle somme versate dalla  Fondazione al Centro per la Musica Romantica Francese   non grava alcuna imposta. I privati, quindi, finanziano la cultura, e come!, se la normativa tributaria non è oppressiva ma ‘amichevole’.
Quando nel 2008-2012 presiedevo il comitato tecnico per l’economia della cultura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, e in tale veste, facevo parte del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, una Commissione (di cui ero componente) tentò di fare modificare la legislazione allora vigente. Tale normativa ,  prevedendo una detrazione tributaria appena del 19%, sembrava ipotizzare che unicamente coloro nelle fasce più basse di reddito fossero dediti al mecenatismo culturale. Con il risultato che l’apporto dei privati alle attività culturali era in pratica nullo. Venne predisposto un apposito schema di disegno di legge (con pertinente relazione) per allineare gli sgravi alla media dell’Unione Europea, ponendo anche un plafond annuale da concordare con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. I testi vennero consegnati al Gabinetto del Ministro. Ma si persero nei meandri del Collegio Romano.
Di recente, il Prof. Andrea Carandini, che allora presiedeva Il Consiglio Nazionale dei Beni Culturali ed ora presiede i F.A.I., ha lanciato ripetuti appelli in questa direzione. La normativa è stata finalmente cambiata. Sarebbe utile se il Ministero inviasse a Parlamento ed alla stampa ogni sei mesi una relazione al fine di valutare se il nuovo approccio incide. O se occorre rivederlo ancora, prendendo ad esempio se non la Svizzera almeno la Francia (una deduzione del 60% sul reddito d’impresa) , al fine di attivare il mecenatismo italiano.

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