sabato 28 febbraio 2015

I Puritani in Musica marzo



BELLINI I Puritani J.Pratt, R.Rinaldi, A.Siragusa, M.Cavalletti, G. Buratto, G. Margheri, S.Fiore Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, direttore dell coro Lorenzo Fratini Direttore Matteo Beltrami, Regia Fabio Ceresa, Scene Tiziano Santi, Costumi Giuseppe Palella, Luci Marco Filibeck

Ultima opera di Vincenzo Bellini, composta per Parigi prima di morire a meno di 35 anni, I Puritani è lavoro la cui messa in scena fa tremare il polso per le difficoltà vocali che comporta unitamente ad una scrittura orchestrale non solo di supporto al belcanto (come, ad esempio, in Norma) ma densa di presagi del romanticismo francese. E’ una delle opere raramente rappresentate del compositore catanese, anche perché basata su un libretto in cui amori, intrighi, tradimenti (finti o presunti), e pazzia ai tempi delle guerre di Cromwell con gli Stuart si intrecciano tra loro e terminano con colpo di scena a lieto fine. De Chirico ne firmò un allestimento in cui l’astrusa vicenda era trasformata in un gioco di carte - una fazione erano i “quadri” e l’altra i”cuori”- quasi a sottolineare l’irrilevanza del testo . Nel 2008-2009 una messa in scena di Pier’Alli è stato co-prodotta dalle fondazioni liriche di Palermo,  Bologna e Cagliari e portato al  Festival di Sanvonlinna in Filandia ed infine a Tokio al Bunka Kaikan. Nel 2012  il “circuito lombardo” ( Cremona, Como, Brescia, Pavia) ed il “Pergolesi” di Jesi hanno realizzato un’avventura analoga, affidando la regia, le scene ed i costumi, ad una squadra proveniente dal teatro di prosa sperimentale (Carmelo Rifici, Guido Buganza, Margherita Baldoni), e la direzione musicale ed il canto a interpreti giovani e poco conosciuti. Ne ho un ottimo ricordo.
I Puritani si addice ad essere coprodotto non per l’impianto scenico per la difficoltà di trovare voci adatte. La produzione ora in scena a Firenze sino al 10 febbraio sarà a Torino dal 14 al 26 aprile e forse in autunno a Trieste . La regia è affidata a Fabio Ceresa (classe 1981) : le note di regia possono disorientare il pubblico per la collocazione del terzo atto in un ipotetico Ade. Invece, l’attenta recitazione, l’astuto impiego delle masse, la cupa scena di Tiziano Santi ed i costumi di Giuseppe Palella  rendono efficacemente l’atmosfera ossessiva che circonda la protagonista (Jessica Pratt in grandissima forma) e rendono plausibile il libretto.. Il gruppo maschile, di buon livello ma non eccelso, è composto da Massimo Cavalletti, Antino Siragusa e Gianluca Buratto. Eccellente la direzione musicale di Matteo Beltrani (classe 1975) il quale , oltre a tenere bene gli equilibri tra buca e palcoscenico, ha messo in evidenza la delicatissima introduzione e la giustamente famosa polonaise e mostrato come l’ultima opera di Bellini  è un vero ricamo di atmosfere affidate alla sonorità orchestrali tali da rendere plausibile (almeno tanto quanto la vocalità) l’astruso intreccio. Una direzione musicale che pone l’opera nel ‘romanticismo francese’ ed è  degna di gareggiare con quella registrata  dall’allora giovane Riccardo Muti nel 1980- Il cronista deve riferire che c’è stata qualche labile protesta alla concertazione ‘romantica’ di Beltrami e non tutti hanno apprezzato la lettura psicoanalitica di Ceresa.

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