giovedì 19 febbraio 2015

Giuristi al lavoro per preparare un accordo solido in Avvenire 20 febbraio



Un accordo tra la Grecia, il resto dell’Unione Europea e le principali istituzioni internazionali verrà verosimilmente concluso entro questa notte; d’altronde, un vecchio proverbio (coniato nel 1961 quando venivano poste le basi della politica agricola comune) afferma che «al termine delle lunghe e nebbiose nottate di Bruxelles sorge sempre il sole». I lineamenti sono chiari abbastanza chiari: un’estensione di sei mesi del programma di aiuti, interventi straordinari della Banca centrale europea per impedire il fallimento di istituti di credito greci, una proposta dettagliata di riassetto strutturale predisposta d’intensa con l’Ocse (in cui – pochi lo ricordano ma ciò è eloquente a proposito dell’intervento di Washington – gli Stati Uniti sono gli azionisti di maggioranza) ed un sistema di monitoraggio per la sua applicazione. Abbiamo spesso ricordato 'la teoria dei giochi multipli a più livelli'. Una soluzione del genere ne soddisfa i criteri e può essere accettata dai 'falchi più duri e puri' – essi non sono Germania e Finlandia ma Irlanda, Portogallo e Spagna poiché hanno attuato programma severi di riassetto senza ottenere le condizioni ottenute dalla Grecia. Occorre , però, che l’accordo sia solido e non ci si trovi, tra pochi mesi, in una situazione analoga a quella di oggi. Negli anni in cui gli economisti ed i matematici gettavano le basi alla 'teoria dei giochi', un brillante commediografo francese, Jean Giraudoux, li prendeva in giro con una divertente commedia 'La guerre de Troyes n’aura pas lieu' (La guerra di Troia non si farà). In breve, un gioco complesso tra troiani e greci (sempre loro!) aveva portato ad un 'trattato di pace perenne' (ed alla restituzione di Elena a Menelao) ma una freccia partita dall’arco di un soldato ubriaco scatena dieci anni di conflitto.
In questi giorni giungono proposte per rendere solido l’accordo. Sono i giuristi ad entrare in campo, accanto a economisti ed esperti di finanza. Specialmente importante il lavoro di Anthony Odiadi della Georgetown University (una delle più antiche e più autorevoli università gesuite degli Usa). Odiadi, con il collega tedesco Holger Schier, propone di mutuare (dato che manca un quadro di riferimento giuridico per le insolvenze di debito sovrano tra Paesi ad alto reddito ad economia di mercato) l’apparato creato ai tempi delle crisi debitorie di America Latina (Anni Ottanta) ed Asia (Anni Novanta). In effetti, il programma di riassetto strutturale e la sua attuazione sarebbero compito del Governo greco (con il supporto Ocse) ma verrebbe monitorato da Fmi (dove la Grecia ha Carlo Cottarelli come rappresentante ed avvocato) e potrebbe anche prevedere riduzioni del debito. Quindi, bastone e carota per dare nerbo all’intesa.
Giuseppe Pennisi
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