lunedì 18 agosto 2014

UN MITO ROMANTICO in Milano Finanza 15 agosto



UN MITO ROMANTICO

Giuseppe Pennisi

Un tratto unificante (e poco noto) delle tre principali religioni monoteiste è che ‘si era ammessi al tempio’ (e si diventava maggiorenni) al compimento dell’ottavo anno di età. Allora, si viveva meno.

Per MiTo , festival musicale (che abbraccia tutti generi) l’ottava edizione è quella della maturità, dopo una fase iniziale di sperimentazione ed una di graduale affinamento. Dal giovedì 4 a domenica 21 settembre, per 18 giorni, Milano e Torino tornano a essere un unico grande palcoscenico. Pochi numeri indicano lo sforzo organizzativo della manifestazione; circa 2200 musicisti: grandi orchestre, complessi da camera e solisti provenienti da 27 paesi; 182 appuntamenti, di cui 156 concerti, in 94 spazi canonici e inconsueti: sale da concerto, chiese, piazze, cortili, musei, palazzi, carceri, stabilimenti industriali ed altri spazi. Come è ormai tradizione, MiTo ripercorre la storia della musica attraversando i differenti generi: dall’antica alla classica e alla contemporanea, dal jazz alle espressioni più innovative della musica elettronica. Inoltre, l’ottava edizione di MiTo vuole essere un’anticipazione (ed una prova generale) della nona quando la manifestazione si proporrà, per alcune settimane, come colonna sonora ideale di Expo 2015. Come è consuetudine, la politica dei prezzi sarà tale da consentire l’accesso a tutti ed ad incoraggiare i giovani a seguire la musica che anche quando viene accompagnata dall’aggettivo qualificativo ‘classica’ è sempre ‘contemporanea’ a ragione delle differenti sensibilità di esecutori, strumento e pubblico attraverso i secoli. Dei 182 appuntamenti, 59 sono programmati a ingresso gratuito e 123 a prezzi popolari.

In passato, è stata a volte criticata la mancanza di coesione di MiTo , che i primi anni diventava frammentarietà. Quest’anno i filoni principali sono tre: a) il centenario dell’inizio della Grande Guerra , unitamente ad un focus su Leós Janáček (che , come ricordato in saggistica recente, è uno dei compositori che meglio interpretò i cambiamenti apportati dalla prima guerra mondiale in Europa); b) una rassegna monografica dedicata a Brahms ; c) una lettura della musica contemporanea dedicata a Beat Furrer e Fabio Vacchi. Ad una lettura attenta c’è un nesso tra i tre filoni: con Brahms il sinfonismo, la cameristica ed anche il liederismo  del Romanticismo tedesco raggiungono il proprio apice, mentre la Grande Guerra e la scrittura frammentata (e continuamente riorganizzata di Janáček) segnano la conclusione anche delle esperienze tardo romantiche, Beat Furrer e Fabio Vacchi (per quanto molto differenti in stili ed approccio) proseguono l’esperienza della musica europea senza cadere nello sperimentalismo puro ma mantenendo, come nella musica del romanticismo e nelle esperienze mittle-europeo della prima metà del Novecento (anni marcati dalla Grande Guerra) un forte contatto con la società civile sia per gli argomenti trattati sia con un lessico non solo per specialisti. I tre temi (che si intrecciano nei programmi dettagliati di MiTo) annunciano una coesione intellettuale e musicale molto forte. E’ un lato positivo non perché si auspichi che MiTo diventi un festival a tema (come, ad esempio, la Sagra Musicale Umbra), ipotesi impossibile data la vastità dell’operazione ed il giusto obiettivo di coinvolgere tutti i generi della musica, ma perché la coesione agevola le scelte degli ascoltatori in  tre settimane che saranno molto intense.

L’inaugurazione del festival (il 4 settembre al Regio di Torino ed il 5 alla Scala) dà già dall’inizio un senso a questa coesione: la Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer a Torino tre Danze Ungheresi di Johannes Brahms, l’Incompiuta di Schubert, Lieder di Mahler e alcuni valzer di Strauss, ed a Milano la Terza e la Quarta Sinfonia di Brahms in un concerto dedicato a Claudio Abbado. Due programmi che hanno come matrice comune l’esaltazione del romanticismo tedesco come premessa per una storia della musica europea che attraverso il ‘Novecento storico’ arriva a Furrer e Vacchi .

Nell’esaminare i filoni principali di MiTo soffermarsi su quello dedicato alla Grande Guerra e a Leós Janáček per due ragioni. Da lato altri festival (ad esempio, Ravenna e Salisburgo) dedicano i loro programmi al centenario dell’inizio della prima guerra mondiale. Da un altro, Brahms è eseguito molto frequentemente sia a Torino sia a Milano (anche se non con i complessi attesi al MiTo: oltre alla Budapest Festival Orchestra, , l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo diretta da Yuri Temirkanov e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Radio Polacca di Katowice). Da un altro ancora, i ‘ritratti’ di Furrer e Vacchi sembrano diretti più ad un pubblico già fidelizzato che ad acquisire nuovi ascoltatori.
Il percorso sulla Grande Guerra e Janáček, invece, contiene aspetti originali da interessare anche i non specialisti della musica di questo periodo. Ad esempio, i i concerti dell’Orchestra e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, dei pianisti Bruno Canino e Antonio Ballista con la cantante Lorna Windsor, della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense e del Coro della S.A.T, vengono accompagnati da una rassegna cinematografica , curata dal Museo Nazionale del Cinema, con otto film dedicati al tema. In parallelo i 160 anni dalla nascita di Janáček non includono nessuna delle opere liriche più note e di lavori sinfonici come Taras Bulba e la Messa Glagolotica – ormai entrati nei repertori delle maggiori orchestre italiane, ma pagine cameristiche come i quartetti per archi e soprattutto il Diario di uno scomparso che esprime non solo una passione amorosa in età avanzata ma soprattutto il disorientamento di molti mittle europei a cui la Grande Guerra aveva cambiato i confini territoriali e, quel che più conta, i riferimenti e le radici culturali.

160° Janáček. nacque 160 anni fa nella regione della Moravia. Il Festival richiama l’attenzione su questo musicista con un concerto dell’Orchestra Filarmonica Ceca e con l’esecuzione di pagine cameristiche: il in cui si narra la fatalità di una passione amorosa con accenti indimenticabili. I due quartetti per archi e le pagine per pianoforte solo con i loro intimi struggimenti.

Il Festival inaugura con la Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer: giovedì 4 settembre al Teatro Regio di Torino e venerdì 5 al Teatro alla Scala di Milano. Quest’anno i due programmi permettono di esplorare panorami musicali differenti: a Torino tre Danze Ungheresi di Johannes Brahms, l’Incompiuta di Schubert, Lieder di Mahler e alcuni valzer di Strauss, a Milano la Terza e la Quarta Sinfonia di Brahms in un concerto dedicato a Claudio Abbado.

Martha Argerich e Krystian Zimerman
In entrambe le città il privilegio di ascoltare Martha Argerich nel concerto di Čajkovskij e Krystian Zimerman con l’Imperatore di Beethoven. Martha Argerich sarà accompagnata dall’orchestra giovanile Neojiba dello stato di Bahia: una delle orchestre che compongono El Sistema di orchestre giovanili brasiliane, per la prima volta in Italia. Krystian Zimerman suona invece con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Radio Polacca di Katowice diretta da Alexander Liebreich.

I sentieri sonori di MITO
Quattro sentieri sonori che accompagnano il pubblico in un viaggio nella musica d’arte.

Aimez-vous Brahms? MITO dedica una rassegna a questo compositore, che sarà protagonista assoluto a Milano ma anche a Torino; le sue quattro sinfonie saranno eseguite da tre grandi orchestre: la già citata Budapest Festival Orchestra, l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo diretta da Yuri Temirkanov e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Radio Polacca di Katowice. Si riconferma la collaborazione con l’Accademia Pianistica Internazionale di Imola, che proporrà l’integrale della produzione pianistica con 16 recital di giovani talenti vincitori di importanti concorsi pianistici internazionali. E ancora: Lieder, Danze Ungheresi, Trii,il Concerto per violino e orchestra

Focus Furrer/Vacchi. Il focus sulla musica contemporanea è dedicato ai compositori Fabio Vacchi e Beat Furrer e ne disegna i ritratti  attraverso tre concerti: due sinfonici con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e con l’Orchestra Filarmonica ’900 Teatro Regio Torino, uno cameristico con l’mdi ensemble di Milano. A dirigere l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e l’mdi esemble sarà lo stesso Beat Furrer. Questi appuntamenti offriranno l’occasione di ascoltare alcune pagine tra le più significative dell’opera di due protagonisti della musica del nostro tempo, accomunati da una significativa carriera internazionale, con percorsi paralleli ma culture e formazioni diverse.

La Grande Guerra. 1914 – 2014. Un anniversario ricordato attraverso i concerti dell’Orchestra e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, dei pianisti Bruno Canino e Antonio Ballista con la cantante Lorna Windsor, della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense e del Coro della S.A.T. Torino dedica inoltre alla Grande Guerra una rassegna cinematografica, curata dal Museo Nazionale del Cinema, con otto film dedicati.

160° Janáček. Leós Janáček nacque 160 anni fa nella regione della Moravia. Il Festival richiama l’attenzione su questo musicista con un concerto dell’Orchestra Filarmonica Ceca e con l’esecuzione di pagine cameristiche: il Diario di uno scomparso in cui si narra la fatalità di una passione amorosa con accenti indimenticabili. I due quartetti per archi e le pagine per pianoforte solo con i loro intimi struggimenti.

La musica sacra, antica e barocca e le Messe celebrate
In cartellone un tributo a Jean-Philippe Rameau, a 250 anni dalla sua scomparsa, con l’esecuzione delle Suites dalle sue opere in un concerto diretto da Jordi Savall che farà rivivere l’Orchestra di Luigi XV; da non perdere l’esecuzione in forma di concerto di Dido and Aeneas di Henry Purcell, uno dei massimi capolavori della storia dell’opera affidato all’Accademia degli Astrusi e alle voci di Anna Caterina Antonacci, Yatzabel Arias Fernandez e Laura Polverelli.
A Milano in programma due Messe eseguite all’interno della celebrazione liturgica, appuntamenti ormai diventati tradizione nel palinsesto di MITO e molto seguiti dal pubblico. Nelle Basiliche di Sant’Ambrogio e di San Marco musiche di Tomás Luis de Victoria e Wolfgang Amadeus Mozart. A Torino, nell’ambito delle celebrazioni per i 300 anni della Consolata “Patrona” della città, il Santuario della Consolata ospiterà un concerto con il ciclo Marienleben di Paul Hindemith.

Brain and Music a Milano. Se il neurone suona il jazz
La quarta edizione di Brain and Music, giornata di dialogo tra musica e neuroscienze, sarà dedicata al rapporto tra improvvisazione musicale ed elaborazione cerebrale. Grazie alla collaborazione con istituti internazionali, scienziati di fama mondiale dialogheranno per indagare sui rapporti tra  l’improvvisazione come tecnica musicale e le funzioni cerebrali. Voce artistica del convegno sarà Paolo Fresu, che a seguire si esibirà in concerto con Gianluca Petrella regalando al pubblico un percorso di sperimentazione e improvvisazione su diversi generi musicali. Il successo internazionale del progetto ha permesso a MITO di stringere una collaborazione con il Montreaux Jazz Festival, che nel mese di luglio ospiterà un’anticipazione della nostra Brain & Music.



Jazz, rock, pop, elettronica
MITO non è solo musica classica, ma festival di tutte le musiche: molti saranno gli appuntamenti anche di musica jazz, rock, pop ed elettronica.
Per gli amanti del jazz Avishai Cohen, uno dei più grandi bassisti del mondo e Jason Marsalis col suo Vibes Quartet.
Il Marocco, con la performance dei Master Musicians of Jajouka uniti ai Material di Bill Laswell, sorprenderà il pubblico con le sonorità trance e ipnotiche delle popolazioni marocchine unite a fascinazioni rock.
Quest’anno MITO sarà il palcoscenico di anteprime nazionali come lo “Spaces Tour” a Milano di Nils Frahm, giovane compositore di musica elettronica, e il concerto di presentazione del nuovo album dei Blonde Redhead. Per la prima volta a Milano si esibirà Perfume Genius, controverso cantautore di Seattle, già accostato a icone come Cat Power, Bon Iver e Thom Yorke.

Scalderanno le serate del Festival anche i due prodigi della contaminazione musicale: i 2CELLOS. Luka Sulic e Stjepan Hauser, violoncellisti classici, eseguiranno a loro modo alcuni pezzi di maggior successo di band che hanno fatto la storia del rock ma anche musiche di Gioachino Rossini e Giovanni Sollima.
La contaminazione tra generi musicali differenti sarà protagonista a Torino anche nel concerto di Omri Mor, uno dei pianisti più apprezzati dell’ultima generazione israeliana.
MITO è anche partecipazione e condivisione: da questa visione nasce il progetto REKA – Voci dal mondo, realizzato in collaborazione con Warsaw Autumn – International Festival of Contemporary Music. Yuval Avital invita il pubblico a partecipare alla creazione di un affresco di centinaia di voci: una partitura grafica e istintiva suggerirà immagini sonore adatte a essere lette anche da chi non ha alcuna preparazione musicale
A Torino protagonista l’Irlanda con Masters of Traditions, gruppo che riunisce alcuni dei più grandi strumentisti irlandesi, un insieme unico e irripetibile che renderà giustizia alla migliore tradizione musicale dell’isola verde.
Nel viaggio musicale di MITO si torna poi in Italia con una serata di teatro che diventa canzone: protagonista Roberto Vecchioni, che incontra il pubblico attraverso ricordi, considerazioni, citazioni.

L’ultima giornata
A Torino la celebre cantante israeliana Noa interpreta in chiave sinfonica le canzoni del suo repertorio con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Uno straordinario concerto in occasione della 66° edizione del Prix Italia e nell’ambito della Giornata Internazionale della Pace.
A Milano doppia chiusura: il concerto dell’Orchestra della Radio Polacca di Katowice con Krystian Zimerman e un dance closing party animato da un dj set di tre ore e mezzo con musica dagli anni ’60 ai 2000. Paola Maugeri presenta una serata speciale nella quale si alternano alla consolle Saturnino, Cristiano Godano (Marlene Kuntz), Andy, Francesco Sarcina e Oskar (Statuto) per far ballare il pubblico con le loro personali playlist e rivivere le atmosfere e le suggestioni di 5 decadi di rock, nella futuristica sede del Mercedes Benz Center, a un passo dal sito Expo 2015.

Educational, spettacoli per bambini, incontri, musica e arte, concerti a impatto zero
I filoni di MITO si moltiplicano nei diversi progetti che coinvolgono un pubblico di tutte le età, dai più piccoli agli adulti, attraverso percorsi di educazione musicale e approfondimento trasversale: gli incontri con gli i grandi maestri, i laboratori per bambini e i progetti per le scuole, i concerti nei carceri e quelli a impatto zero, alimentati da energia pulita, sono i temi che ogni anno si consolidano e sviluppano.

MITOFringe e MITO per la città
Le rassegne off a Milano e Torino tornano con MITOFringe e MITO per la città ampliando l’offerta del festival.
A Milano MITOFringe: dal 4 al 21 giugno in programma 31 concerti a ingresso gratuito in 23 luoghi differenti, che faranno suonare le storiche vie del centro, le Chiese, i parchi e i Navigli di Milano, per raggiungere le periferie e tutti i paesi vicino al sito di Expo 2015. Un cerchio di musica abbraccerà idealmente l’area dell’Esposizione Universale, grazie agli spettacoli organizzati nei comuni di Baranzate, Bollate, Novate Milanese e Pero.
A Torino MITO per la città si svolgerà in contemporanea con il Festival: 18 concerti in chiese, teatri e club, che toccheranno tutti i quartieri con un’offerta di prevalente matrice classica e in stretta connessione con il cartellone principale. Proseguendo inoltre la positiva esperienza degli ultimi anni, la musica continuerà a raggiungere ospedali, centri di accoglienza, case di riposo e istituti penitenziari, arrivando così a un pubblico che altrimenti non potrebbe goderne. Un’attività che mira, come la tradizione di Settembre Musica ha insegnato, a una vera partecipazione popolare, attraverso un riconoscimento dovuto alle cosiddette “periferie” e attraverso un percorso che sempre più certifica la storica vocazione sociale della città.



MITO SettembreMusica è un progetto delle Città di Torino e Milano, realizzato dall’Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano e dalla Fondazione per la Cultura Torino. Un ringraziamento va ai Partner: in primo luogo a Intesa Sanpaolo, il Partner che fin dalla prima edizione sostiene fermamente il Festival, a Compagnia di San Paolo e alle Camere di Commercio di Milano e Torino, agli Sponsor: Pirelli, Risanamento, Enel, Bolton Group, Fondazione Fiera Milano e Mercedes-Benz, ai Media Partner: Corriere della Sera, La Stampa, Rai Radio, Rai Radio 3, Publitalia ’80, Radiotelevisione Svizzera, agli Sponsor Tecnici: ASPESI, ATM, FAI Fondo Ambiente Italiano, Fazioli Pianoforti, IGP Decaux, Gobino, The Westin Palace.


Ufficio Stampa:
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