giovedì 28 agosto 2014

Trittico riuscito a metà in Milano Finanza 27 agosto



Teatro Direzione deludente di Nicoli per l'opera di Puccini in scena a Torre del Lago

Trittico riuscito a metà
Molto apprezzata invece la regia di Giaccheri per Madama Butterfly
di Giuseppe Pennisi  
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È in corso sino al 31 agosto il 60simo Festival Puccini a Torre del Lago. L'edizione si svolge a 90 anni dalla morte del compositore e include nuovi allestimenti di Madama Butterfly, Bohème e Turandot, nonché per la prima volta in 40 anni una nuova produzione de Il Trittico, tre atti unici raramente messi in scena perché richiedono oltre 30 solisti e un grande organico orchestrale. http://static.milanofinanza.it/artimg/2014/167/1916557/small/o1-img557996.jpgDelle quattro produzioni, i nuovi allestimento di Madama Butterfly e de Il Trittico sono particolarmente interessanti, anche perché il primo si vedrà questo inverno in Spagna (e tornerà a Torre del Lago per varie stagioni) e il secondo ha in programma una tournée in Cina (dove il Festival ha stretti rapporti con i teatri di Pechino, Hong-Kong e Macao).
Madama Butterfly, in coproduzione con l'opera di Bilbao, verrà probabilmente richiesta da altri teatri italiani e stranieri, al pari dell'allestimento precedente (2005) che si è visto in teatri europei, americani e asiatici, oltre che più volte a Torre del Lafo. Renzo Giacchieri (regia, scene e costumi) immerge la tragedia giapponese in un Giappone inizio Novecento, dove solo pochi elementi molto stilizzati e costumi eleganti creano un'atmosfera da sogno. Bravo il giovane concertatore Josè Miguel Perez Sierra, che entra nelle raffinatezze della partitura: viene utilizzata la versione di riferimento (quella composta per Parigi nel 1906 dopo l'insuccesso alla Scala nel 1904 e l'accoglienza appena tiepida a Brescia). Nel cast di grande esperienza (Micaela Carosi, Renata Lamanda e Giovanni Meoni sono, rispettivamente Cio-Cio-San, Suzuki e Sharpless), spicca Rame Lahaj, un tenore trentenne del Kosovo al debutto nella parte di Pinkerton. È un tenore lirico che promette, con un registro più impostato sul centro, di diventare un tenore pucciniano.
Il Trittico non è in scena nel Gran Teatro all'aperto (3.500 posti) ma nell'auditorium Caruso, una sala di 500 posti priva delle caratteristiche acustiche per un lavoro del genere. La sala non ha le caratteristiche acustiche per un lavoro che comporta una partitura complessa per un vasto organico orchestrale e il maestro concertatore, Bruno Nicoli (dello staff della Scala, dove è assistente del direttore del coro), non ha ridotto l'organico a dimensioni cameristiche. Il Trittico è un poema sinfonico in tre movimenti; inizia con un agitato (il grandguignolesco Tabarro), continua con un largo (Suor Angelica) e si chiude con uno scherzo (Gianni Schicchi). Il Trittico comporta un maestro concertatore in grado di rivelare la raffinatezza di un Puccini in una delle sue partiture più moderne. Bruno Nicoli, non è stato all'altezza: solo in Gianni Schicchi ha tenuto bene l'equilibrio tra buca a palcoscenico. Nelle altre due opere gli impasti hanno lasciato a desiderare, le voci sono state spesso coperte e l'approccio alla direzione è stato più da didatta che da interprete. Oltre ad Alberto Mastromarino (il cantante senior della partita), alcune giovani voci si sono fatte notare come promesse di buone carriere (in particolare, Mirko Matarazzo, Laura Brioli, Francesca Cappelletti e Ugo Tarquini). Occorre ricordare che in questi ultimi dieci anni solo un'edizione prodotta nel 2009 da otto teatri è risultata pienamente soddisfacente e anche la messa in scena de La Scala del 2008 ha deluso molti spettatori e critici. (riproduzione riservata)

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