venerdì 27 giugno 2014

Specchi musicali a Siena in Formiche 27 giugno



Specchi musicali a Siena
27 - 06 - 2014Giuseppe Pennisi Specchi musicali a Siena
Siamo alla vigilia della Settantunesima Settimana Musicale Senese dell’Accademia Musicale Chigiana in programma dal 10 al 17 luglio e che ha come titolo Specchi, poiché è un ideale gioco di specchi e di rimandi in cui i più antichi repertori di musica e danza popolare del nostro paese e non solo, si confrontano con la musica dei tanti compositori – di oggi e di ieri – che ad essa si sono ispirati. Ne saranno interpreti voci femminili straordinarie, artisti, musicisti, ensemble di fama internazionale.
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UN’ANTEPRIMA DI RILIEVO
La Settimana Musicale Senese avrà un’anteprima di rilievo internazionale: il concerto che l’Accademia Musicale Chigiana offrirà al nuovo Parlamento Europeo, in concomitanza anche dell’avvio del semestre italiano, martedì 8 luglio a Bruxelles nel Palazzo intitolato ad Altiero Spinelli, il mezzosoprano Laura Polverelli, il Quartetto Bernini e il violoncellista Francesco Pepicelli saranno impegnati nel Concerto a quattro n. 2 in sol min. di Durante, la Sonata a quattro n. 1 in sol magg. di Rossini, e lo Stabat Mater per mezzosoprano e quintetto d’archi di Boccherini.
L’ATTENZIONE ALLA MUSICA CONTEMPORANEA
Anche in questa edizione del Festival, non mancherà l’attenzione alla musica contemporanea con la commissione di un nuovo lavoro, quest’anno affidato ad Azio Corghi: in prima assoluta, questo lavoro inaugurerà il festival giovedì 10 luglio al Teatro dei Rinnovati:   Blanquette tratta dal racconto La chèvre de M. Séguin di Alphonse Daudet. Protagonista l’attrice Chiara Muti affiancata dall’Orchestra della Toscana diretta da Marco Angius e dal Coro dei Polifonici Senesi (maestro del coro Raffaele Puccianti). Alla novità di Corghi si riflette la musica di scena, che seguirà, dell’Arlésienne capolavoro di Bizet, anch’essa composta su un testo di Daudet. L’Arlesienne sarà eseguita nella revisione critica della versione originale per 26 strumenti (a cura di Giacomo Zani) e nella traduzione italiana del testo e riduzione per voce recitante di Vincenzo De Vivo.
SANTI E SANTINI
Venerdì 11 alla Chiesa di Sant’Agostino “Santi e Santini”: un gioco di rimandi fra la visione popolare e quella colta del sacro, affidato a Elena Ledda. Laura Polverelli, con il Quartetto Bernini e Francesco Pepicelli al violoncello, interpreta invece lo Stabat Mater di vero e proprio capolavoro musicale del repertorio sacro, nella prima, e meno eseguita, versione del 1781.
VISIONI ANDALUSE
Ancora alla Chiesa di Sant’Agostino sabato 12 luglio con Visioni Andaluse. A “specchiarsi” sono questa volte le canzoni spagnole: Juego de Siempre sono dodici canzoni popolari in ladino per voce e sette strumenti che la compositrice israeliana Betty Olivero ha composto nel 1991 recuperando melodie giudaico-spagnole dei discendenti degli ebrei espulsi dalla Spagna nel 1492; ne saranno interpreti la cantante italo-israeliana Esti Kenan Ofri e il Contempoartensemble diretto da Vittorio Ceccanti. Nella seconda parte toccherà ad un duo d’eccezione, Cristina Zavalloni con la sua voce versatile e personalissima, e il pianista Andrea Rebaudengo, musicisti che amano esplorare il repertorio popolare meno conosciuto
Il violoncellista Enrico Dindo, con I Solisti di Pavia lunedì 14 luglio alla Chiesa di Sant’Agostino, ci trascina nel viaggio virtuale “Weimar-Mar del Plata”. Un nuovo specchio, in cui si confrontano mondi differenti, continenti e linguaggi diversi.
Dalla tedesca Weimar, cuore della tradizione strumentale mitteleuropea, città natale di Carl Philipp Emanuel Bach, di cui quest’anno si celebrano i trecento anni della nascita, e di cui saranno eseguiti la Sinfonia in mi maggiore Wq 182 n. 6 e il Concerto in la maggiore per violoncello Wq 172, si arriva in Argentina a Mar del Plata, città natale di Astor Piazzolla, che sarà ricordato con due suoi brani: Le Grand Tango (versione per violoncello e archi di Enrico Dindo) e Las Cuatro estaciones porteñas, opera composta fra il 1965 e il 1970, rappresentativa di uno dei più alti punti di incontro fra il tango e la tradizione musicale colta.
L’OMAGGIO A LUCIANO BERIO
Nella cornice del Cortile di Palazzo Chigi, mercoledì 16 luglio l’omaggio a Luciano Berio con Naturale per viola, percussioni e nastro magnetico. Scritto tra il 1985 e il 1986 per Aldo Bennici e l’Aterballetto, Naturale recupera i testi originali di canzoni siciliane commentate dalla voce di Celano, forse l’ultimo vero cantastorie siciliano, che Berio ebbe la fortuna di conoscere nel 1968. Sono canti di lavoro, canti d’amore, ninne nanne di rara intensità del folklore musicale siciliano che, lo stesso Berio ebbe modo di definire come “il più ricco, complesso e incandescente della nostra cultura mediterranea”.
TARANTELLE D’AUTORE
Giovedì 17 luglio per la giornata conclusiva della Settimana un doppio appuntamento dedicato alla tarantella, la danza tradizionale del sud Italia, fonte d’ispirazione per molti compositori ‘colti’ tra il XVIII e il XX sec. Nel concerto del pomeriggio a Palazzo Chigi Saracini la pianista Maria Grazia Bellocchio e il violinista Edoardo Zosi eseguono alcuni brani popolari e tarantelle d’autore scritte da Stravinskij, Sarasate, Szymanowski e Beethoven con l’ultimo tempo della Sonata “a Kreutzer”, il famoso Presto finale a ritmo proprio di tarantella. Gran finale la sera in piazza Jacopo della Quercia con Taranta d’amore. La notte del Gran Ballo di Ambrogio Sparagna e l’Orchestra Popolare Italiana. Una selezione di canti provenienti dal cuore della cultura di tradizione orale dell’Italia centro-meridionale in cui Sparagna riscopre e reinventa questi ritmi con la complicità dell’Orchestra Popolare Italiana, dove protagonisti sono gli strumenti tipici della tradizione musicale popolare italiana: zampogne, ciaramelle, organetti, tamburelli, mandolini, violini, chitarre battenti, ghironde, lire, ocarine e flauti di canna. Con una particolare attenzione al canto popolare dell’area “grica” salentina, un repertorio unico nel suo genere, esaltato dall’intrinseca musicalità di un antico idioma in cui si mescolano poesia popolare, echi di classicità e struggenti prove d’autore ad opera di folkloristi del secolo scorso.

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