mercoledì 30 aprile 2014

UN CENTENARIO DA NON MANCARE in Formiche maggio



UN CENTENARIO DA NON MANCARE
Beckmesser

In questo mese di maggio si celebra un evento importante: la rinascita del dramma antico al Teatro Greco di Siracusa dove, dal 9 maggio al 22 giugno, saranno in scena le tre tragedie che comprendono l’Orestea di Eschilo (l’unica trilogia giuntaci integralmente) – Agamennone con la regia di Luca De Fusco, Coefore/Eumenidi con la regia di Daniele Salvo – e la commedia Le Vespe di Aristofane, una dura parodia contro la malagiustizia e la professione forense, con la regia di Mario Avogadro.  A questo cuore delle celebrazioni, si affiancano  altre attività:, una tournée dello spettacolo Verso Argo di Eva Cantarella, in cui si raccontano le premesse della trilogia di Eschilo (la caduta di Troia e la deportazione delle principesse troiane), una serie di spettacoli collaterali dal 22 al 31 maggio e dal 5 al 21 giugno, il 20esimo festival internazionale del teatro classico dei giovani dal 12 al 31 maggio, con la partecipazione di 75 scuole provenienti dall’Italia e dall’estero (tra cui già confermate Lituania, la Scuola Russa di Malta, Francia, Belgio e Grecia), e convegni (tra cui una lectio magistralis di Massimo Cacciari). In breve, un centenario da non mancare.
Il 16 aprile 1914, pochi mesi prima dello scoppio della Grande Guerre,iniziò il primo Ciclo di Spettacoli Classici nel Teatro Greco di con l’Agamennone di Eschilo. Paolo Orsi, archeologo e Sovrintendente all’Antichità, suggerì al Conte Mario Tommaso Gargallo, promotore dell’iniziativa, il nome di Ettore Romagnoli, che curò la traduzione dell’opera, la direzione artistica e la scelta delle musiche. Le scene furono realizzate da Duilio Cambellotti, i costumi da Bruno Puozzo e il primo manifesto da Leopoldo Metlikovic. Nel 1927 la commedia entrò a far parte – con la messa in scena delle Nuvole di Aristofane.
In effetti non era la prima volta che tragedie antiche (oppure drammi ed anche opere liriche di argomento classico) venivano riproposte in teatri antichi. C’erano stati esempi sporadici in Italia già nel Seicento. Una grande opera non sembra sia stata tentata però prima del 1874 quando nel teatro di Orange la Norma di Bellini è data con grande pompa; nel 1888, nello stesso teatro romano riappare l'Edipo Re di Sofocle, interpretato dal Mounet-Sully, cui seguono ben presto tragedie antiche e lavori di carattere classico, negli antichi teatri di Arles, Camplieu, Cartagine, nell'Arena di Nimes.In Italia una rinascita del teatro all'aperto, già vagheggiata da D'Annunzio nel 1898, si ha nel 1902 per iniziativa di Angiolo Orvieto e Augusto Franchetti, con l'Edipo Re, rappresentato nel teatro romano di Fiesole. Con questo spettacolo può dirsi che le rappresentazioni classiche nei teatri antichi trovarono un clima di singolare perfezione in Italia. Riprese due anni dopo a Fiesole con Le Baccanti di Euripide, tradotte da Ettore Romagnoli Solo con i Cicli inaugurati nel 1914 a Siracusa avvenne una ripresa sistematica e non sporadica del dramma antico riproposto nei luoghi e negli spazi dove è nato. Creato nel 1925 l'Istituto nazionale del dramma antico,  ora  promuove gli spettacoli siracusani, e attraverso il suo riordinamento del 1929 estende la sua iniziativa e coordina gli spettacoli classici all'aperto in tutta Italia (Paestum, Taormina, Agrigento, Pompei, Ostia, ecc.) e pubblica  nel bollettino Dioniso, gli studî sul teatro antico. Anche in Grecia (Atene, Delfi) da qualche anno si sono avute recite di dramma greco nel testo originale. Tuttavia , la pubblicistica internazionale riconosce solo a Siracusa di avere ‘fama mondiale’ e di presentare ‘ i capolavori del teatro ellenico con interpretazione che muove nei suoi elementi dallo spirito antico, ma non è fredda restituzione scientifica di elementi antichi’.Solo le guerre mondiali hanno interrotto il cammino della ‘rinascita’ della tragedia greca.

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