giovedì 15 agosto 2013

Caro Letta, ecco cosa leggere per Ferragosto in Formiche 15 agosto

Caro Letta, ecco cosa leggere per Ferragosto
15 - 08 - 2013Giuseppe Pennisi Caro Letta, ecco cosa leggere per Ferragosto
In linea con la sua formazione ed i suoi interessi, suggeriamo a un vacanziero Enrico Letta due testi che hanno il vantaggio di essere brevi, molto aggiornati, ricchi di bibliografia e soprattutto di infondere, nelle conclusioni, due soldi di speranza anche in questi tempi bui.
Ci auguriamo tutti che Governo e Parlamento possano prendersi almeno sette giorni di vacanza in vista delle scadenze che li attendono. Sul piano economico, come risolvere il “pasticciaccio brutto” di Imu ed Iva e come impostare la Legge di Stabilità? Sul piano politico, che conclusione dare alle complessa vicenda del leader del secondo maggior partito e di magistrati che sembrano non conoscere il film di René Clair Il Silenzio è d’Oro?
Si merita una vacanza, in primo luogo, il Presidente del Consiglio, Enrico Letta. Probabilmente, la passerà leggendo qualcosa di più sostanzioso dei quotidiani, degli approfondimenti web e dei dispacci d’agenzia. In linea con la sua formazione ed i suoi interessi, gli suggeriamo due testi che hanno il vantaggio di essere brevi, molto aggiornati, ricchi di bibliografia e soprattutto di infondere, nelle conclusioni, due soldi di speranza anche in questi tempi bui.
Il primo (ed anche il più succulento) è un saggio di Enrico Spalaore e Romain Wacziarg – sì proprio quei due che nel 1997 pubblicarono un libretto sull’euro (allora in costruzione) con Alberto Alesina provocando l’ira di Carlo Azeglio Ciampi, le lacrime di Mario Draghi ed il licenziamento in tronco di Alesina dai consulenti del Direttore Generale del Tesoro.
Il secondo è la lectio magistralis di Pierluigi Ciocca in occasione dell’accettazione della laurea honoris causa conferitagli dall’Università di Macerata. Il primo dei due lavori apre l’ultimo numero del Journal of Economic Literature (pp.325-369), il secondo è nell’ultimo fascicolo de La Nuova Antologia (pp. 151-161).
Sviluppano tematiche non solo convergenti ma che si integrano a vicenda, il lavoro di Spalaore e Wacziarg svicera “quanto sono profonde le radici dello sviluppo economico”. Quello di Ciocca quali sono “i fattori non economici del progresso economico”. Il primo è una vastissima rassegna della letteratura (e di pertinenti analisi econometriche). Il secondo è una sintesi non solo di studi ma anche di “lezioni dall’esperienza”. I due testi sono importanti per Enrico Letta perché forniscono il contesto entro cui collocare le misure economiche del “governo di servizio” se non si vuole che esse siano provvedimenti puntiformi di limitata portata.
Convergono nell’indicare come solamente utilizzando le tecniche più aggiornate di storia economica si possano toccare con mano le dimensioni non strettamente economiche dello sviluppo e tracciare la strada della ripresa. Spalaore e Wacziarg guardano al mondo intero. Ciocca soprattutto all’Italia.
Scrivendo durante la più grave recessione mondiale degli ultimi ottanta anni, Spalaore e Wacziarg si mostrano ottimisti, non solo a ragione dell’uscita dalla povertà di circa un miliardi di persone nell’arco di dieci anni (mentre il Continente vecchio dormiva), ma “perché c’è ancora molto spazio per le politiche di sviluppo: ridurre barriere ed accelerare la diffusione di idee ed innovazioni, particolarmente nel contesto di un mondo sempre più globalizzato in cui le barriere allo sviluppo, possono essere abbattute più rapidamente”. Cioccia si sofferma, guardando specificatamente all’Italia, sulle “terre di confine, le intersezioni tra economia e diritto”, “potenzialmente fertilissime; per l’analisi ma anche per la politica del diritto, per la politica economica”. “In Italia il rapporto tra le due discipline fu molto stretto”.
Dalla lettura dei due lavori ci possono essere implicazioni contingenti, ove non immediate. Sta al lettore trarle. Non farsele “pillolare” da chi i due testi li ha già meditati.

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