giovedì 25 luglio 2013

Un’opera di Cavalli felicemente riesumata in Musica 25 luglio



CAVALLI Elena E. Baráth, V. Sabadus, F. Guimarães, S. Lavanant Linke, R. Ferreira, E. Gonzalez Toro, A. Reinhold, S. Conner, M. Flores, M. Zerari, B. Tuohy, C. Lowrey, J. Tomé. Cappella Mediterranea, direttore Leonardo García Alarcón. Regia, Jean-Yves Ruf. Scene, Laure Pichat. Costumi, Claudia Jenatsch
Aix-en-Provence, Thé?tre du Jeu de Paume, 9 Luglio 2013
Nonostante le cronache del gennaio 1659 (quando l’opera ebbe la prima esecuzione al Teatro di San Cassiano) avessero parlato di uno strepitoso successo, il libretto e la partitura di Elena di Cavalli rimasero ad ammassare polvere sugli scaffali della veneziana Biblioteca Marciana dal 1660 (o giù di lì) sino a una dozzina di anni fa, quando sono stati scoperti da una studiosa americana e alcune scene furono presentate in forma di concerto alla Cornell University.
Quella del Festival di Aix-en-Provence è comunque la prima rappresentazione teatrale in epoca moderna di un lavoro che mescola astutamente diversi generi (passando volentieri dal comico al tragico) e che avvince gli spettatori per oltre tre ore di musica, narrando le avventure pre-matrimoniali di Elena e Menelao (la guerra di Troia non è ancora sullo sfondo). Sotto il profilo storico, è un’ulteriore prova dei mutamenti che trasformarono a Venezia un genere operistico diventato pienamente «commerciale», con un utilizzo sempre maggiore non solo di arie, ma anche di duetti, terzetti, quartetti e anche concertati. Con pochi mezzi -- un ensemble di undici strumentisti e una dozzina di cantanti-attori per coprire ben ventisei ruoli -- veniva creato uno spettacolo secondo logiche che oggi sono paragonabili a quelle di Broadway (l’impresa non era sovvenzionata e viveva di biglietteria e donazioni liberali).
L’edizione presentata a Aix segue i criteri «filologici» oggi consueti: utilizza un complesso specializzato che suona con strumenti d’epoca e scrittura controtenori per i ruoli concepiti per castrati. Le scene sono essenziali e la regia di Jean-Yves Ruf spigliata e piena di trovate (tra cui una lotta greco-romana e una danza degli orsi) che rendono, se non sempre del tutto plausibile, piuttosto divertente un intreccio complicato, pieno di allusioni erotiche, che ha ben poco di omerico e molto di picaresco. La regia valorizza molto il canto, ed evita quelle forzature drammaturgiche che oggi vanno di moda. Nella prima parte, la scena fissa -- abbellita da un appropriato gioco di luci -- è una struttura in legno che può rappresentare sia una sala di un palazzo che uno spazio per l’attività ginnica; nella seconda una cortina di reti dipinte dà l’idea della foresta in cui ha luogo gran parte dell’azione. Nella sua semplicità, l’impianto scenico favorisce dinamiche teatrali simili a quelle dello shakespeariano Globe Theatre.
La Cappella Mediterranea, creata e diretta da Leonardo García Alarcón, è molto ben addestrata per questo genere di repertorio. Il cast è composto da giovani (età media al di sotto dei trent’anni). Spiccano Valer Sabadus (Menelao), Ernöke Baráth (Elena), Fernando Guimarães (Teseo) e Solenn’ Lavanant Linke (Ippolita e Pallade). Sabadus (vincitore quest’anno di un ICMA) è un controtenore dal timbro suggestivo, in grado di svettare con facilità spiazzante. La Baráth è un soprano lirico di coloratura molto promettente. Il tenore Guimarães vanta anch’egli un’apprezzabile flessibilità. Il mezzosoprano Solenn’ Lavanant Linke fa impiego espressivo di un registro grave quasi da contralto. Tutti cantanti, insomma, da tener d’occhio.

Giuseppe Pennisi

3 commenti:

Unknown ha detto...

desiderei sapere fino a che punto il libretto e la partitura che sono usati sono quelli originali, e se anche non lo fossero, dove e come uno potrebbe acquistarne una copia. ringraziamenti anticipati.

Unknown ha detto...

desiderei sapere fino a che punto il libretto e la partitura che sono usati sono quelli originali, e se anche non lo fossero, dove e come uno potrebbe acquistarne una copia. ringraziamenti anticipati.

patrikpen ha detto...

occorre scrivere al festival di aix en provence leggo questo da salisburgp. se mi manda un mail (giuseppe.pennisi@gmail.com) tento di essere utile GP