venerdì 21 giugno 2013

Cappuccio trasforma in farsa Don Pasquale in Milano Finanza 22 giugno



Cappuccio trasforma in farsa Don Pasquale
di Giuseppe Pennisi

Dopo il successo de L'Elisir d'Amore e Il Barbiere di Siviglia, l'accoppiata Ruggero Cappuccio (e il suo team) per regia, scene e costumi, e Bruno Campanella per direzione musicale sembrava vincente. Invece, Don Pasquale di Gaetano Donizetti (tornato dopo 12 anni a Roma, dove è in scena sino al 25 giugno) è riuscito soltanto a metà.
http://www.milanofinanza.it/artimg/2013/122/1831237/1-img165216.jpgCappuccio, che ha avuto alla prima un po' di fischi anche dal pubblico della capitale generalmente apatico, trasforma in farsa il capolavoro di Donizetti. Don Pasquale è invece il prototipo della commedia borghese, con momenti divertenti e una punta di femminismo (quale possibile nel 1843), ma fondamentalmente amaro e intriso di melanconia. Il lavoro funzionerebbe in abiti contemporanei, come si faceva nell'Ottocento, senza i mimi in costumi settecenteschi e i frizzi e lazzi da commedia dell'arte. Amarezza e melanconia sono la chiave della concertazione di Campanella, che dosa con cura l'elemento comico con il rimpianto della giovinezza lontana in un protagonista borghese, arricchitosi con il commercio ma rimasto piccolo piccolo e quindi facile da ingannare da parte di amici e parenti spregiudicati. Nicola Alaimo e Mario Cassi sono veterani dei rispettivi ruoli (il «Don» e il Dottor Malatesta). Due felici sorprese la giovanissima coppia formata da Joel Prieto, un tenore lirico spagnolo dalla voce vellutata, il fraseggio perfetto e la capacità di salire agevolmente a registri alti, e Eleonora Buratto, svettante soprano di coloratura. Ambedue, inoltre, recitano con grande abilità. Prima che questo Don Pasquale giri, sarebbe bene ripensarne la drammaturgia. (riproduzione riservata)

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