domenica 26 maggio 2013

La Sylphide torna a Roma dopo 22 anni in Quotidiano Arte 27 maggio


unedì 27 maggio 2013
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Teatro dell'Opera, 28 maggio, ore 20, 29 (ore 20), giovedì 30 (ore 20), venerdì 31 (ore 18), sabato 1 giugno (ore 16.30), martedì 4 (ore 20 fuori abb.), mercoledì 5 (ore 20 fuori abbonamento)
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La Sylphide torna a Roma dopo 22 anni
Giuseppe Pennisi
Dopo 22 anni di assenza (ma lo spettacolo è tanto amato dal pubblico che è stato visto non molto tempo fa al Teatro Nazionale), torna al Teatro dell'Opera di Roma, da martedì 28 maggio, alle ore 20, "La Sylphide" di August Bournonville. La coreografia, nata dal romanzo di Charles Nodier, "Trilby ou le lutin d'Argail", tra i lavori più rappresentati dalle compagnie di danza di tutto il mondo, viene proposta dal Corpo di Ballo dell'Opera di Roma nella versione di Erik Bruhn, ripresa da Maina Gielgud, già direttrice dell'Australian Ballet e del Balletto Reale Danese. Sul podio, l'esperienza e lo stile del britannico David Garforth. Le scene sono di Michele Della Cioppa, i costumi di Shizuko Omachi.
"La Sylphide", opera che sancì la nascita del balletto romantico con la rivoluzione che ne avrebbe modificato la tecnica, racconta in pieno le inquietudini del movimento romantico con l'amore impossibile di un uomo, James, che rinuncia alle certezze della realtà per inseguire La Sylphide, creatura fantastica che turba i suoi sogni. I balletti romantici differiscono da quelli precedenti perché ispirati alla letteratura dell'epoca, e non più alla mitologia classica: la storia della Sylphide è ambientata nel 1830 ed è quindi contemporanea alla messa in scena del balletto. Fu Nourrit, tenore dell'Opéra di Parigi, a suggerire a Filippo Taglioni l'idea di creare un balletto ispirato al racconto di Charles Nodier, noto autore Romantico., dopo che egli vide la figlia del coreografo, Maria, danzare con estrema grazia e leggiadria "Robert le Diable".
"La Sylphide" è stato il balletto che ha segnato la rivoluzione in senso romantico della danza: per la prima volta la ballerina utilizza le scarpette da punta, alla ricerca di una bellezza e di una leggerezza innaturale che si addice perfettamente al personaggio. Il tutù, il costume bianco della Silfide, ha creato uno stile che ha segnato il balletto per più di un secolo, ed è ancora oggi la divisa tipica della ballerina "classica". Il tutù venne disegnato dal costumista Eugène Lamy, mentre gli altri costumi erano di Lormier. Con l'introduzione del tutù, "La Sylphide" dette l'avvio a una serie di "ballets blancs" o balletti bianchi che sarebbero diventati il simbolo dello stile Romantico. La coreografia , rappresentata per la prima volta all'Opéra di Parigi il 12 marzo 1832, è di Filippo Taglioni, con la musica composta per il balletto da Jean Schneitzhoeffer. Maria la danzò con Joseph Mazilier, circondata dagli straordinari macchinari scenografici di Pierre Luc-Charles Cicéri.
Nonostante il successo strepitoso del balletto e le innumerevoli repliche che ebbe in seguito, "La Sylphide" di Taglioni venne replicata solo fino al 1858, con interprete Emma Livry: ricomparve solo nel 1972, quando Pierre Lacotte la ripropose sulle scene. Pochi anni dopo la prima rappresentazione della versione ideata da Taglioni, August Bournonville ideò una propria versione del balletto a Copenaghen, intitolato "Sylfiden". August, figlio e allievo di Antoine Bournonville, che dal 1792 era stato primo ballerino, poi maestro del Balletto Reale Danese, dopo aver studiato a Parigi con Auguste Vestris e Pierre Gardel, divenne il primo ballerino al Balletto dell'Opera di Parigi dal 1820 al 1828, al fianco di Maria Taglioni. Ritornato in Danimarca nel 1829 e nominato primo ballerino e coreografo del Balletto Reale Danese, dopo aver visto "La Sylphide" a Parigi nel 1834, creò una nuova versione del balletto, seguendo lo stesso schema e libretto di quella di Taglioni. Bournonville utilizzò una nuova partitura musicale di Hermann Severin von Løvenskjold e fece interpretare il ruolo della protagonista alla sua allieva prediletta, Lucile Grahn: il 28 novembre 1836 a Copenaghen andò in scena la nuova Sylphide. La coreografia di Bournonville, rimasta attualmente come la versione più celebre del balletto, si distingue da quella di Taglioni, oltre che per la musica, per l'esuberanza, la leggerezza, la bellezza formale e per il maggior rilievo dato al ballerino maschio.
“Ho cercato di mettere in evidenza l'essenza della visione di Bruhn - spiega Maina Gielgud - una visione in cui la sfida per i ballerini è anche quella di mostrare la differenza tra il mondo reale e quello immaginario”. Sulla scena ad impersonare l'incantevole fanciulla alata, la prima ballerina dell'Opera di Roma Gaia Straccamore (28/05, 4/06), si alternerà con Alessia Gay (29, 31/05) e con Anaïs Chalendard, solista dell'English National Ballet (30/05, 1 e 5/06). Vestiranno i panni di James il cubano Rolando Sarabia (28, 30/05), Alessio Rezza (29, 31/05) e Friedemann Vogel, principal dancer allo Stuttgart Ballet (1, 4 e 5/06).

info: "La Sylphide", dopo la prima di martedì 28 maggio alle 20, andrà in scena, mercoledì 29 (ore 20), giovedì 30 (ore 20), venerdì 31 maggio (ore 18), sabato 1 (ore 16.30), martedì 4 (ore 20 fuori abb.), mercoledì 5 giugno (ore 20 fuori abbonamento).





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