lunedì 27 maggio 2013

Due opere sulla condizione femminile in Prima mondiale a Roma in Quotidiano Arte del 28 maggio


martedì 28 maggio 2013
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Teatro Olimpico, mercoledì 29 maggio, ore 21 e matinée per le scuole ore 11
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Due opere sulla condizione femminile in Prima mondiale a Roma
Giuseppe Pennisi
Due opere in prima assoluta per raccontare due storie universali: quella di giovani donne oppresse, ma infine più forti del loro oppressore. Due storie di sacrificio e coraggio ispirate alla cronaca del nostro tempo diventano un dittico di teatro musicale contemporaneo in scena in prima assoluta al Teatro Olimpico, mercoledì 29 maggio per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana (ore 21, matinée per le scuole ore 11).
Commissionata dall’istituzione capitolina, "Donna, serva della mia cas"a – questo il titolo del dittico che riprende un verso delle "Coefor"e di Eschilo nella traduzione di Pasolini – mette in scena "Fadwa" di Dimitri Scarlato e "La stanza di Lena" di Daniele Carnini.
La prima, sul libretto dello stesso compositore, trae spunto dalla vicenda di Hina Saleem, la giovane pakistana assassinata dal padre con l’aiuto di altri familiari nell’agosto 2006 in provincia di Brescia, perché ritenuta “colpevole” di convivere con un ragazzo italiano e di avere un lavoro, fatto che aveva nascosto al padre.
La seconda – una “favola tragica” su libretto della scrittrice Renata M. Molinari, narra una storia di segregazione e umiliazione ispirata alla vicenda di Natascha Kampusch, la ragazza austriaca vittima a 10 anni di un rapimento. Natascha rimase segregata per 8 anni, fino a quando riuscì a fuggire dal suo rapitore. E l’opera racconta proprio 'quel’ giorno, il giorno della sua libertà riconquistata.
“Sono grata e allo stesso mi commuove – ha dichiarato Natascha Kampusch – la decisione di scegliere la mia storia come spunto per un’opera teatrale. La mia, infatti, è solo una delle tante storie che accadono e sono accadute nel mondo e che soltanto pochi raccontano. Desidero infondere coraggio ed esprimere la mia gratitudine a tutte quelle donne forti che con il loro lavoro si impegnano per i diritti fondamentali delle donne, e ringrazio l’Accademia Filarmonica Romana per aver commissionato quest’opera”.
Firma la regia Cesare Scarton, la direzione musicale è di Gabriele Bonolis alla guida del Gruppo strumentale Musica d’oggi. Il coro sarà il Nephesh Ensemble diretto da Pier Paolo Cascioli. Solisti sono giovani cantanti scelti da una selezione che ha visto confrontarsi oltre cento voci: sono i soprani Damiana Mizzi e Arianna Vendittelli, il mezzosoprano Martina Belli, i tenori Alessandro Luciano e Gialnuca Bocchino e il baritono Dario Ciotoli.
A sostenere in prima linea il progetto è il comitato “DONNE PER IL NOSTRO TEMPO”, oltre 180 sostenitrici che con il loro prezioso e generoso contributo hanno reso possibile la realizzazione di "Donna, serva della mia casa": donne di tutte le età, dai mestieri, dalle opinioni politiche e dalle convinzioni religiose diverse, che hanno risposto all’invito della Filarmonica Romana, condividendo il significato dell’iniziativa e divenendo fondamentali coproduttrici del Dittico.
“La loro presenza ci ha accompagnato in tutte le fasi del progetto e, semplicemente, lo ha reso possibile. Attorno ad una creazione di teatro musicale contemporaneo si è così creata una forma di cittadinanza attiva che ha trasmesso a tutti noi e a tutti gli artisti una forte energia, densa di motivazioni – dichiara Sandro Cappelletto, direttore artistico della Filarmonica –. Grazie a ciascuna e a tutte, mentre il ricordo va al maestro Irma Ravinale, tra le primissime ad aderire alla nostra proposta”.
Lo spettacolo sarà preceduto alle ore 18.30 da una tavola rotonda, coordinata dalla 27^ ora, il blog delle giornaliste del Corriere della Sera, che raccoglierà testimonianze di uomini e donne che, senza distinzione di nazionalità e di fede religiosa, si confronteranno sul tema dell’uguaglianza, dei diritti e della loro negazione. Hanno già confermato la loro presenza Sharzad Houshmand teologa, presidente di “Donne per la dignità”, Anita Rathore, responsabile del Comitato di Contatto tra gli Immigrati e le Autorità in Norvegia (KIM), Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, Renata M. Molinari, autrice del libretto di "La stanza di Lena"; coordina l’incontro Stefania Ulivi, giornalista del Corriere della Sera.
In occasione della prima dello spettacolo, la Galleria Emmeotto esporrà tre tele dell’artista iraniana Neda Shafiee Moghaddam, che ha affrontato nella sua produzione artistica la condizione della donna del nostro tempo.

info: http://www.filarmonicaromana.org/


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