venerdì 19 aprile 2013

Come scegliere il capo dello Stato in Formiche 19 aprile



Come scegliere il capo dello Stato

19 - 04 - 2013Giuseppe Pennisi Come scegliere il capo dello Stato
Il criterio fondante per le scelte per il Quirinale, e poi per Palazzo Chigi, dovrebbe essere quello d’individuare chi ha maggiori qualità per fare sentire la voce dell’Italia in una trattativa per riscrivere le regole dell’eurozona. L'analisi dell'economista Giuseppe Pennisi
In queste ore, si stanno effettuando le scelte sia per il Quirinale sia per Palazzo Chigi. Vari candidati sono in lizza per il Colle: a ciascun potenziale candidato alla Presidenza della Repubblica per i prossimi sette anni corrisponde un possibile assetto di governo per i prossimi mesi. Nessuno si illude che si possa congetturare un governo di legislatura, data la frammentazione fra le tre principali forze politiche e l’imminenza delle elezioni europee che, anche a ragione del sistema elettorale proporzionale e con preferenze, comportano la massima diversificazione sia tra soggetti politici sia all’interno di ciascun partito/movimento.
La riforma dell’Unione monetaria
Occorre chiedersi sulla base di quale criterio, o di quali criteri, scegliere, specialmente per il Settennato. A mio avviso, presi dalle nostre faccende interne, non abbiamo riflettuto che il problema centrale per l’Italia, e per l’eurozona nel suo complesso, sarà la riforma dell’Unione monetaria. Non tanto perché lo ha scritto William Pfaff sul New York Times del 18 aprile (e su un altro centinaio di quotidiani che pubblicano i suoi editoriali) ma perché ci sono, non troppo sottotraccia, programmi di riassetto concreti. Su Formiche.net il 5 aprile è stato illustrato il piano dell’Unione monetaria a due velocità con una moneta, il guldenmark, del gruppo ristretto dei Paesi a alta competitività che circolerebbe in parallelo con l’euro.
Lo European Redemption Pact
Una proposta ancora più concreta è apparsa nel Ruhr Economic Pape No.49 ad opera di due accademici tedeschi, Christoph M. Schmidt e Benjamin Weigert. Il loro lavoro si intitola “Weathering the Crisis and Beyond: Perspectives for the Euro Area” (‘Superare la crisi ed andare al di là dell’area dell’euro’): date le crepe nel disegno iniziale messe a nudo dalle vicende di questi ultimi anni, la fragilità del sistema bancario europeo, i nodi degli Stati ad alto debito sovrano e la crescente convinzione che si è alla prese ‘con una vera e propria crisi di sistema’, invece di tentare di affrontare le tematiche singolarmente (fondo salva stati, unione bancaria, costituzionalizzazione dei pareggi di bilancio), non è preferibile modificare le caratteristiche dell’eurozona tramite un European Redemption Pact con una forte caratura politica?
I nodi di fondo dell’Unione
L’analisi quantitativa di Christoph M. Schmidt e Benjamin Weigert conclude che né un aumento della “solidarietà intereuropea” né una “più forte disciplina di bilancio” potrebbero risolvere i nodi di fondo.
L’esigenza italiana
In questo quadro, criterio fondante per le scelte dovrebbe essere quello d’individuare chi ha maggiori qualità per fare sentire la voce dell’Italia in una trattativa per riscrivere le regole dell’eurozona.

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