martedì 5 marzo 2013

QUANDO ARRIVA IL COMMISSARIO in Formiche mensile marzo



QUANDO ARRIVA IL COMMISSARIO
Beckmesser
Il ‘ commissariamento’ delle fondazioni liriche sta diventando sempre più frequente. In febbraio, i Teatri del Maggio Musicale Fiorentino (sono almeno tre, e se ne sta aggiungendo un quarti- in una città di quattrocentomila abitanti) è stato commissariato per la terza volta in tre anni; il consuntivo 2012 è in perdita ed anche se il preventivo 2013 presenta una strategia di crescita che avrebbe portato un utile nell’anno in corso, è scattata la clausola della legge Bondi secondo cui se un teatro perde, gli amministratori escono ‘dalla comune’ (per utilizzare il gergo del settore).Poco prima è stato commissariato il Teatro Massimo di Palermo, nonostante sette anni consecutivi di utili e vari premi nazionali ed internazionali delle produzioni, per dissapori tra il Sovrintendente (un professore d’economia con una forte concezione del rigore), da un lato, ed il Sindaco e le maestranze, dall’altro.  E’commissariato il Teatro Petruzzelli di Bari. Sono appena usciti dal ‘commissariamento’ il Verdi di Trieste, il Carlo Felice di Genova (ma ambedue potrebbe tornare ‘sotto tutela’ abbastanza presto, e trovarsi in compagnia con il San Carlo di Napoli). . In breve negli ultimi due lustri dieci su tredici fondazioni liriche sono state commissariate , almeno una volta, quasi sempre per non essere riusciti a raggiungere il pareggio o l’utile di bilancio al consuntivo. Spesso un pareggio od un utile preconizzato nel preventivo E’ stata commissariata la stessa Arena di Verona (un tempo un macchina di fare utile) a ragione, si dice, di una programmazione errata che ha allontanato il tradizionale afflusso da oltre Brennero e dei prezzi alle stelle praticati da alberghi e ristoranti della città.
Di norma, il Commissario è un esperto d’amministrazione- lo sono stati alti funzionari del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali oppure commercialisti oppure ancora manager provenienti da imprese private. Spesso si fa assistere da un consulente artistico. Quando arriva, la sua prima funzione è di inforcare gli occhiali ed esaminare i libri contabili per cercare entro un lasso di tempo ragionevole di fare quadrare i conti. L’esperienza degli ultimi dieci anni è che raramente risolve i problemi strutturali: eloquenti i casi di Firenze (la cui fondazione lirica è stata commissariata tre volte e girano progetti di risanarla tramite un mutuo complessivo garantito dalle Cascine- sic!) e di Napoli (per ridurre il cui stock di debiti sono stati utilizzato 50 milioni di euro del Fondo per Aree Sotto-utilizzate, concepito per attività produttive del mezzogiorno) . Raramente – un caso è quello del Massimo Bellini di Catania che è però una fondazione regionale supportata dalla Regione Siciliana – si è utilizzata la fase di commissariamento per affrontare i problemi strutturali di scarsa relazione tra gli organici e la produzione (in Italia assestata su70 recite all’anno rispetto alla media europea di circa 150). Un esempio: il Verdi di Trieste ha 270 dipendenti e produce circa 50 recite l’anno, il parigino Théâtre des Champs-Elysées, con 35 dipendenti, ha in cartellone 60 recite d’opera, 20 di balletto, ed una stagione concertistica (con alcune delle migliori orchestre europee) , una stagione cameristica ed una programmazione speciale per i giovani- da settembre a giugno alza il sipario almeno quattro giorni la settimana non sei al mese.
Questi dati devono fare riflettere chi sta ergendo una barriera di fuoco contro la riforma delineata nel numero di febbraio di Formiche : le fondazioni non si salvano con ‘commissariamenti’ a go-go ma solo riorganizzando il sistema per quella parte del territorio che davvero lo vuole.

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