giovedì 31 gennaio 2013

Un nuovo Macbeth apre la stagione del Comunale di Bologna in Il Velino del 31 gennaio



Un nuovo Macbeth apre la stagione del Comunale di Bologna

Sotto le due Torri la “versione di riferimento”, quella di Parigi del 1865 senza i ballabili

di Hans Sachs - 31 gennaio 2013 21:00 fonte ilVelino/AGV NEWS Roma
Buone notizie per gli appassionati di musica di Bologna e non solo. Il 5 febbraio inizia la stagione del Teatro Comunale con un nuovo allestimento di Macbeth di Verdi curato da Robert Wilson con la direzione musicale di Roberto Abbado (interpreti principali: Dario Solari, Tatiana Serjan, Roberto De Biasio, Gabriele Mangione). E il 16 marzo inizia la XXXI edizione del Bologna Festival con un concerto di Daniel Harding (la sezione speciale per le scuole è già in corso dal 20 gennaio). La stagione 2013 offre un cartellone ricco che comprende otto titoli ed un omaggio a Bruno Maderna. Macbeth giunge in un allestimento di Robert Wilson co-prodotto con il Teatro Municipal di San Paolo; è la prima occasione di vederlo in Europa. Dalle foto di scena delle prove si nota un tratto in comune con l’edizione della stessa opera che il Comunale di Bologna presentò nel giugno 2005; allora la regia di Micha von Hoecke presentò una produzione (in collaborazione con Trieste e Ravenna ispirata al Teatro No giapponese). L’allestimento di Bob Wilson pare ancora una volta ispirato al Giappone, ma al Kabuki. Quale Macbeth” ascolteremo e vedremo dal 5 al 12 febbraio ? Pochi sanno che i Macbeth verdiani sono tre: quello del 1847 che ebbe la prima al Teatro La Pergola di Firenze; quello del 1865, fortemente rimaneggiato, per il Théâtre Lyrique di Parigi e aggiornato di nuovo per La Scala nel 1874. L’edizione del 1874 è raramente citata nelle stesse storie delle musica e viene messa in scena solo di tanto in tanto: se ben ricordo, l’ultima volta che è stata vista è circa un lustro fa allo Sferisterio Festival di Macerata. L’edizione del 1847 è stata vista a Spoleto alcuni anni fa e verrà riproposta alla Scala tra alcuni mesi. Riccardo Muti e il regista Peter Stein hanno presentato a Salisburgo e a Roma una combinazione della versione del 1847 e di quella del 1865.

Quindi, per molti aspetti un “unicum” che forse entrerà in repertorio all’Opera di Vienna. A Bologna, viene presentata la ‘versione di riferimento’, ossia quella di Parigi del 1865, senza i ballabili, che peraltro, vennero aggiunti per soddisfare il pubblico francese. Macbeth è la più breve e più compatta tragedia di Shakespeare. Narra della cruenta ascesa del protagonista, istigato dalla moglie, al potere assoluto e della sua successiva caduta. Quindi, sangue e guerra, nonché follia. A mezza strada tra un melodramma donizettiano (la prima versione) e un dramma in musica prossimo a Don Carlo, Aida”e Otello (la terza versione), senza un ruolo importante per un tenore spinto, con un soprano drammatico il cui registro deve sfiorare quello del contralto, l’opera ha avuto nell’Ottocento un successo intenso, ma breve. Sparì dai cartelloni verso il 1880. Venne rilanciata da un’edizione strepitosa diretta da Vittorio Gui e successivamente dalla proposizione alla Scala il 7 dicembre 1952 con Victor De Sabata nel podio e Maria Callas protagonista. Quasi contemporaneamente Luchino Visconti ne fece una memorabile edizione al Festival dei Due Mondi a Spoleto, proprio della versione ‘di riferimento’ che vedremo a Bologna. Macbeth è opera difficile. Nel suo epistolario, Verdi richiedeva “voci efficaci, anche se non belle”. La Lady interpretata da Tatiana Serjan che è stata protagonista a Bologna nel 2005 e che Muti ha voluto a Salisburgo e a Roma: piena di temperamento scenico; nella scena del sonnambulismo di rilievo il suo Sì bemolle in pianissimo. Dario Solari ha dato di recente un’ottima prova nel ruolo del protagonista a Jesi ed a Genova: è un Macbeth che controlla gli acuti e opta per il sussurrato in intere scene.

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