mercoledì 4 luglio 2012

Tutti corrono al Ravenna Festival in Quotidiano Arte 4 luglio

mercoledì 4 luglio 2012
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Dal 6 all'8 luglio Hindemith
Tutti corrono al Ravenna Festival
Giuseppe Pennisi
Mentre altri festival soffrono di mancanza di pubblico, alla XXIII edizione, il Ravenna Festival ha spesso il “tutto esaurito”, affollato principalmente da pubblico dell’Emilia-Romagna.
Dopo una doppia anteprima - il 27 aprile con Muti e la Chicago Symphony Orchestra e il 16-17 maggio con Wayne Marshall alla guida dell’Orchestra Giovanile Cherubini - la manifestazione si dipana fino al 15 luglio con un tema specifico: la musica del monachesimo. Avrà, poi, un’appendice in novembre quando in tre fine settimana verrà presentata la "trilogia popolare" verdiana (Rigoletto, Trovatore, Traviata) in anticipazione delle celebrazioni per l’anno in cui ricorrono il bicentenario della nascita del compositore.
Caratteristica importante: è finanziato principalmente da enti ed imprese locali ed opera in stretta sinergia con il sistema museale ravennate. Pesa poco su Pantalone e attiva produzione di beni e servizi come riconosciuto da un saggio apparso sul trimestrale Territori della Cultura. Il Festival vero e proprio è cominciato con una rara esecuzione del ‘Vespro della Maria Vergine” di Orazio Tarditi. Non ha riguardato unicamente o prevalentemente la musica d’ispirazione cristiana; si è ascoltato il canto mistico sufi dell’Uzbeksitan, i riti cinesi danzati da Shen Wei, il barocco dell’Est europeo, le musiche di Istambul. Ed una settimana dedicata alla settimana di musica tibetana (da quella dei lama alla moderna live electronics).
Dall'6 all'8 luglio gran parte della stampa musicale italiana approda a Ravenna per due rari atti unici di Hindemith (che la prossima stagione si vedrà al Teatro dell’Opera di Roma che co-produce lo spettacolo), il jazz brasiliano dove elemento laico si fonde con quello mistico, la grande sinfonica russa eseguita dalla Filarmonica di San Pietroburgo guidata dalla bacchetta di Juri Temirkanov. Il tema delle claustrali solitudini, delle estatiche visioni tra mistici rapimenti e transe viene potentemente evocato dalla Sancta Susanna, opera in un atto di Paul Hindemith, di ambientazione claustrale, su testo del poeta August Stramm. Si tratta di uno degli spartiti più arcani e misteriosi del Novecento che ci parla in modo terribile di quel fragoroso silenzio di Dio che tanta parte ebbe nella mitologia nordica di cui l’Espressionismo tedesco è radicalmente impregnato.
La regia della Sancta Susanna sarà firmata da Chiara Muti.
Una nuova creazione di Micha van Hoecke su musiche composte tra il 1937 e il 1938 dallo stesso Hindemith (la Suite per orchestra dal balletto Nobilissima visione) e ispirate dalle Storie di San Francesco affrescate da Giotto nella Cappella Bardi della Basilica di Santa Croce a Firenze, apre la serata.

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