giovedì 7 giugno 2012

OPERA, A PALERMO L’ELISIR DI DONIZETTI È SULLA SPIAGGIA in Il Velino 7 giugno

Velino/AGV presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. OPERA, A PALERMO L’ELISIR DI DONIZETTI È SULLA SPIAGGIA Roma - Ambientazione in uno stabilimento balneare per lo spettacolo, dal 12 al 19 giugno in scena al Teatro Massimo. Fra bagnini, marinai sbruffoni e venditori ambulanti Edizione completa Stampa l'articolo Roma - L’Elisir d’Amore è una delle opere di Gaetano Donizetti più rappresentate. Tra qualche giorno arriva al Teatro Massimo di Palermo (12-19 giugno) in un nuovo allestimento proveniente dal Palau de les Arts di Valencia firmato dal regista italiano del momento, Damiano Michieletto, uno dei registi più richiesti che torna nel capoluogo siciliano con i suoi collaboratori di fiducia, lo scenografo Paolo Fantin, la costumista Silvia Aymonino e il light designer Alessandro Carletti dopo il grande successo registrato nella stagione 2011 con The Greek Passion. Nella rilettura di Michieletto - che appare per la prima volta su un palcoscenico italiano - l'azione dell'Elisir d'amore ha luogo in uno stabilimento balneare. “Ho cercato - dichiara Damiano Michieletto - un luogo che rendesse 'esplosive’ le relazioni tra i personaggi e al tempo stesso eliminasse i toni antiquati con cui spesso viene rappresentata quest'opera. Tutta la vicenda è ambientata su una spiaggia, durante una giornata al mare - prosegue il regista -. Nemorino è un bagnino un po’sfigato che deve ripulire i cestini, riordinare le sdraio e gonfiare i materassini; ha costantemente nei suoi occhi Adina, la più desiderata della spiaggia, proprietaria di un chiosco che porta il suo nome e nel quale lavora Giannetta. Belcore invece è un marinaio sbruffone che cerca di conquistare quante più ragazze può nel minor tempo possibile. E poi c’è Dulcamara, per il quale mi sono ispirato a un personaggio che ho realmente incontrato: un venditore da spiaggia che con i suoi abbronzanti antirughe e anticellulite, approfitta delle paranoie da 'prova-costume' dei bagnanti. Ma è anche un personaggio con un ‘lato oscuro’, celato dietro la vendita del suo celebre ‘Energy drink’”. Non è di per sé una novità attualizzare L’Elisir d'amore. Ad esempio, nel lontano settembre 1994, al Teatro Nuovo di Spoletto Ugo Gregoretti ne mise una versione aggiornata ai tempi d’oggi e tra i cui protagonisti c’erano Silvio Berlusconi, Giuliano Ferrara, Gianni Letta e Gianni Pilo. In effetti, si tratta di un’opera piena di politics. Dove è la politica in un capolavoro composto in due settimane per un piccolo teatro milanese (quello della Canobiana) da un Donizetti maturo ma già con la malattia che lo portò in manicomio ed alla morte precoce dopo avere freneticamente composto 69 opere oltre ad un enorme numero di spartiti? Non tanto nella pièce di Eugène Scribe da cui è l’opera tratta ma dal modo in cui Felice Romani scrisse il libretto e Donizetti lo musicò. Considerata spesso un’opera comica condita da frizzi e lazzi, è un “melodramma giocoso”, dello stesso genere delle opera semi-serie come La Gazza Ladra , Nina Pazza per Amore di Paisiello, Lodoiska di Mair, La Sonnambula di Bellini. Era un genere di teatro in musica molto popolare all’inizio del Diciannovesimo Secolo. Lo stesso Donizetti compose numerose opere semi-serie tra cui Linda di Chamonix e Il Furioso nell’Isola di San Domingo (spesso in scena negli Stati Uniti nel periodo della fine tormentate della Presidenza Nixon e della guerra in Vietnam). Il genere piaceva al pubblico proprio perché i tempi erano difficili (guerre, rivoluzioni, tensioni politiche e sociali) in quanto coniugava il dramma con momenti di evasione comica. L’opera è del 1832; il lavoro di Scribe di poco più di un anno prima, l’anno dei moti descritti vividamente da Victor Hugo negli ultimi capitoli de Les Miserables. In mettere in scena L’Elisir occorre tener conto di come gli elementi drammatici e quelli ironici (mai comici) sono ricamati come in un merletto. Partendo da un assunto banale (un presunto filtro magico che suscita le reazioni di uno sprovveduto villaggio), si incontrano ingenuità e poesia con un equilibrato gioco delle parti. Il duo Adina-Nemorino non è lo stereotipo dei tradizionali innamorati ma ha una spigliata dimensione umana. Il duo Belcore-Dulcamara è colmo d’ironia fantasiosa e bonaria. Soprattutto, Donizetti si diverte a mettere in berlina l’opera seria metastasiana, allora ancora di moda in certi teatri e ceti sociali. Prende per il naso anche la nuova borghesia arricchita (dalla “possidente” Adina e al lontano ricco zio di Nemorino), nonché gli eserciti diventati arroganti durante le guerre napoleoniche (e tali rimasti dopo di esse) ed i politici imbonitori che finiscono con il credere in quel che promettono. Un quadro, quindi, di una società al tempo stesso in crisi ed in transizione. Per questa ragione, l’equilibrio orchestrale è instabile con i fiati (principalmente i tromboni) che tendono a sovrastare gli altri strumenti e in certi momenti a coprire i cantanti attori. E sotto il profilo vocale si transita gradualmente dal duettino iniziale alla grande aria per tenore (Una furtiva lacrima) al breve ma delizioso rondò per soprano. Pure la musica diventa politica in questa commedia tra il larmoyant e l’ironico. Poco più di un anno fa, in una coproduzione con la San Francisco Opera, Ruggero Capuccio colse bene questo elemento travestendo Dulcamara da Renato Brunetta, il quale non se la prese punto – anzi reagì con bonomia. Per il ritorno a Palermo, di “Elisir” un cast di specialisti in cui brillano i nomi della palermitana Desirée Rancatore (Adina) e del suo partner d'eccellenza Celso Albelo (Nemorino), Mario Cassi (Belcore) e Paolo Bordogna (Dulcamara); nelle repliche del 13 e 16 giugno i protagonisti vocali saranno nell'ordine un'altra giovanissima palermitana, Jessica Nuccio, Javier Tomé Fernandez, Simone Del Savio e Luciano Di Pasquale. Nel ruolo di Giannetta ci sarà sempre Elena Borin. (ilVelino/AGV) (Hans Sachs) 07 Giugno 2012 16:54

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