giovedì 12 aprile 2012

LIRICA: A PARMA LO “SCONOSCIUTO” STIFFELIO DI VERDI, OCCASIONE RARA in Il Velino del 12 aprile

LIRICA: A PARMA LO “SCONOSCIUTO” STIFFELIO DI VERDI, OCCASIONE RARA

Edizione completa
Stampa l'articolo
Roma - Il 15 aprile al Teatro Regio di Parma viene presentata una rara opera di Verdi: Stiffelio. Non è una scelta banale né fatta unicamente per soddisfare l’adempimento di presentare il “tutto Verdi” in vista del dvd per il bicentenario della nascita, nel 2013. Composta con impeto, tratta di un tema insolito nella poetica del compositore: il perdono. Si basa su un dramma francese Le Pasteur (Il pastore protestante), sottotitolato L’Evangile et le Foyer (Il Vangelo ed il focolare domestico) di Eugène Bourgois ed Emil Souvestre, di successo nella Parigi del Secondo Impero e di cui era stata pubblicata una traduzione italiana. In una piccola enclave protestante nei pressi di Salisburgo, un pastore, lo Stiffelio del titolo, scopre di essere stato tradito dalla moglie Lina. La comunità la condanna, a cominciare dal suocero, e vorrebbe un divorzio per colpa (e anche peggio). Ma durante il servizio domenicale, Stiffelio sceglie le pagine del Vangelo sulla Maddalena e chiede implicitamente il perdono degli uomini dato che Dio aveva già dato il suo. Nel 1850, Stiffelio venne presentata a Trieste ma rimaneggiata più volte a ragione della censura: la versione più eseguita, intitolata Aroldo, sposta l’azione in Terra Santa ai tempi delle crociate, il pastore diventa un crociato e si dilata l’intreccio. Perdendo il mordente dell’originale.

Fu proprio la vicenda fortemente scabrosa dell’argomento trattato a rendere subito molto difficile la vita della nuova opera. La censura che si accanirà sul soggetto di Stiffelio indurrà gli autori ad avvalersi del materiale musicale riutilizzandone una gran parte per dar vita, sei anni dopo, a un’altra opera, Aroldo. Oltre un secolo dovrà trascorrere perché il pubblico possa nuovamente assistere all’opera dello scandalo, grazie alla storica ripresa avvenuta nel 1968 proprio al Teatro Regio di Parma, che segnò una nuova fortuna per il melodramma, subito apprezzato come un capolavoro dimenticato, dalle situazioni e dalle implicazioni psicologiche sorprendentemente moderne. Due copie del manoscritto vennero trovate infatti negli anni Sessanta nell’archivio di San Pietro a Majella (il conservatorio di Napoli) e l’opera ebbe la “prima” moderna a Parma nel 1968. Suscitò interesse ma il grande successo fu negli Usa. È in repertorio in numerosi teatri tedeschi, ma poco rappresentata in Italia, nonostante abbia momenti molto belli, come i concertati del secondo e terzo atto, e la vocalità del tenore (non a caso Stiffelio è uno dei titoli preferiti da José Carrera) anticipa sviluppi futuri che trovarono la loro pienezza in Otello.

Di gran successo dagli anni Settanta negli Stati Uniti e nel mondo di espressione tedesca, Stiffelio è una delle opere di Verdi meno rappresentate in Italia. una ragione in più per correre a Parma. Il nuovo allestimento è affidato alla bacchetta di Andrea Battistoni e alla regia di Guy Montavon. Dal capoluogo emiliano, dove si replica sino al 24 aprile, lo spettacolo andrà all’Opéra di Montecarlo che lo coproduce. Il nuovo allestimento si avvale dell’eduzione critica della partitura curata da Kathleen Kuzmick Hansell, pubblicata dall’Università di Chicago e da Universal Music Publishing Ricordi srl. In scena, il tenore Roberto Aronica (Stiffelio) il soprano Yu Guanqun (Lina) e il baritono Roberto Frontali (Stankar) saranno i protagonisti assieme a Gabriele Mangione (Raffaele), George Andguladze (Jorg), Cosimo Vassallo (Federico), Lorelay Solis (Dorotea). (ilVelino/AGV)
(Hans Sachs) 12 Aprile 2012 11:16

Nessun commento: