venerdì 2 marzo 2012

La babele del rigore in Formiche marzo

Rubriche

La babele del rigore
01/03/2012 | Giuseppe Pennisi

Se il Fiscal compact Se non verrà firmato sarà probabilmente un brutto colpo per il futuro a breve termine dell´integrazione europea. Se verrà firmato ma non ratificato, il colpo sarà ancora maggiore.

Non sappiamo se alla fine di marzo il nuovo patto europeo detto Fiscal compact verrà firmato da tutti i 25 Stati i cui leader si sono espressi a favore dell´accordo e se entro il 31 dicembre verrà raccolto il numero di ratifiche necessario per la sua entrata in vigore. Se il patto non verrà firmato sarà probabilmente un brutto colpo per il futuro a breve termine dell´integrazione europea. Se verrà firmato ma non ratificato, il colpo sarà ancora maggiore, almeno nell´immediato, perché si metterà in dubbio la credibilità delle istituzioni europee.

Non tutto il male viene per nuocere. Il patto infatti contempla una manovra di bilancio restrittiva da parte di tutti i contraenti. Ciò vuole dire non soltanto aggravare le tendenze recessive in un´Europa già a crescita negativa, ma anche bloccarsi le mani per il futuro e porre il Vecchio continente sulla strada di un continuo impoverimento. In un momento in cui il pensiero keynesiano sta tornando di moda. Anche nei templi del rigore, come le istituzioni di Bretton Woods.

Ad esempio, si legga il lavoro d Justin Yifu Lin della Università di Pechino e di Doerte Justin della Banca Mondiale pubblicato come World Bank research working paper n. 5940. I due autori sostengono che occorre formulare "un´iniziativa internazionale per il supporto di infrastrutture tali da sbloccare strozzature alla crescita" anche finanziando con disavanzi. Nelle aree in ritardo di sviluppo, sottolinea lo studio, i rendimenti degli investimenti in infrastrutture tendono ad essere più elevati che in quelle avanzate, da dove invece provengono i beni in conto capitale, quali le macchine utensili, per la realizzazione delle opere. Un programma keynesiano ben articolato può, quindi, innescare un circolo virtuoso.

Altro tempio del rigore è il Bundestag, il Parlamento della Repubblica federale tedesca. Pochi raccontano che, mentre il resto d´Europa si arrabattava ad aumentare tasse per fare quadrare i conti, il governo della Repubblica federale adottava due programmi espansionistici (36 miliardi di euro nel 2009 e 47 miliardi di euro nel 2010) articolati su riduzioni tributarie, specialmente alle famiglie (aumentando le deduzioni per ciascun figlio, nonché quelle per spese mediche) al fine di tenere elevata la domanda interna, mentre con la ristrutturazione dell´industria per l´export si lanciava alla conquista di nuovi mercati.

Ora tutti i negoziatori del Fiscal compact invocano politiche e strategie di crescita. Ma per ciascuna parte contraente il termine ha un significato differente. Per la Germania non si tratta di aumentare il gettito tributario e la spesa pubblica, ma di far fare marcia indietro all´intervento pubblico e indurre le economie più deboli, tra cui quella italiana, ad adottare riforme strutturali per aumentare produttività e competitività sulla linea di quelle applicate nella Repubblica federale negli ultimi vent´anni.

Per la Francia, la crescita richiede di impedire "la concorrenza sleale" di Stati anche dell´Ue a bassi salari e tutela sociale, "armonizzare" i sistemi tributari (prendendo come base di riferimento quello in vigore nell´Esagono) e impedire alla Gran Bretagna di porre sul proprio sistema bancario regole tali da renderlo più sicuro di quello d´Oltralpe. Per la Gran Bretagna, la Svezia, la Danimarca e gli altri Stati del Nord Europa, la fonte della crescita deve essere l´aumento della concorrenza e un migliore funzionamento del mercato unico.

Per molti Stati neo-comunitari il segreto consiste in maggiori trasferimenti dalle istituzioni Ue alle loro casse. Per l´area mediterranea le ricette includono varie combinazioni di liberalizzazioni e, al tempo stesso, di ritorno in auge delle partecipazioni statali. Una vera e propria Babele di lingue e di idee.

© Riproduzione riservata

Nessun commento: