giovedì 22 marzo 2012

INFORMAZIONE SU CARTA O SU WEB, URGE UN NUOVO MODELLO DI BUSINESS in Il Velino 22 marzo

INFORMAZIONE SU CARTA O SU WEB, URGE UN NUOVO MODELLO DI BUSINESS
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Roma - Il quotidiano Italia Oggi del 21 marzo ha pubblicato dati ufficiali agghiaccianti sul tracollo delle vendite di quotidiani. A febbraio rispetto allo stesso mese del 2011 ci sono stati, da un lato, un calo più accentuato per i giornali che già arretravano a gennaio e, dall’altro, segni positivi più contenuti per quei pochi che crescevano. Segnano, in particolare, contrazioni a doppia cifra il Giornale, giù del 15,6 per cento, e la Gazzetta dello Sport del 15,4 per cento. Repubblica flette del 7,2 per cento con 402.867 copie vendute. Il Corriere della Sera perde il 6,4 per cento rispetto a febbraio 2011 e scende a 459.072 copie. Dalla Rcs MediaGroup, può contare sull’apporto delle edizioni digitali che portano la diffusione complessiva in terreno positivo, su dell’1,1 per cento dalle 506.485 alle 511.971 copie. Libero è infine l’unico quotidiano che, pur rimanendo in territorio negativo, riduce le perdite. A febbraio la variazione percentuale è del -5,4 per cento con 100.409 copie, mentre lo scorso gennaio lo stesso dato era a -8,7 per cento con 100.114.

Il 20 marzo, nelle pagine interne del New York Times, quelle meno lette anche dai giornalisti che lo ricevono in pdf sul Pc o sull’iPad, un servizio non firmato (e proprio per questo meritevole di attenzione) analizzava le tendenze (in valore) della pubblicità su carta stampata e canali di informazione su web negli Usa nel 2011, raffrontati al 2010. Ricordiamo che il 2011 è stato, nell’America del Nord, un anno di espansione economica, di norma la crescita del Pil e dei consumi è un traino per la pubblicità. I dati sono più agghiaccianti di quelli relativi alle vendite dei quotidiani riassunti nel paragrafo precedente. Secondo lo studio “The State of the Nation’s News Media” del Pew Research Center – il maggiore centro di analisi mondiale sui media – per ogni dieci dollari di pubblicità perso dalla carta stampata (quotidiani, periodici), l’informazione su web guadagna un dollaro. Con una perdita netta al settore di nove dollari. In questo contesto, al fine di contenere costi di carta e diffusione, il Pew Research Center stima che nel 2012, cento quotidiani americani offriranno abbonamenti in pdf on line. Già oggi il New York Times ha 400 mila abbonati alla sua versione in pdf. Secondo lo studio, nell’arco di cinque anni, i maggiori quotidiani americani offriranno abbonamenti al cartaceo con consegna a casa (la prassi per decenni negli Usa) unicamente la domenica. Una notizia interessante per il web: guadagnano più pubblicità degli altri, quelli di approfondimento che hanno una conta accorata di “utenti unici” (ad esempio, in Italia questo è l’approccio de “IlSussidiario.net”). Negli Usa, l’informazione web con “utenti unici” ha segnato un aumento del 17 per cento tra il 2010 e il 2011.

Un’altra analisi di rilievo è il saggio di Matthew Gentkow, Jesse Shapiro e Michael Sinkinson pubblicato a pp. 2980-3018 dell’ultimo fascicolo dell’American Economic Review sulla base di un’analisi econometrica dettagliata nell’arco di tempo 1869-2004 concludono che gli effetti della stampa sul gioco democratico della politica sono minimi: incide, a livello locale, sulla partecipazione al voto ma non su per chi si vota. Addirittura nulli quelli della stampa “partisan”, ossia di partito.

Che concludere? “Non è tempo di piagnistei”, come disse Piero Bargellini agli Uffizi, con il fango sino alle ginocchia, dopo l’alluvione del 1966 a Firenze. Urge pensare a un nuovo “modello di business”. Merita attenzione la proposta di trasformare la proprietà di quotidiani, periodici e informazione su web da spa, srl e cooperative in fondazioni no-profit che potrebbero ricevere contributi fiscalmente deducibili dai loro sostenitori.

Altre grandi idee non se vedono. In un mondo in cui i giovani hanno sostanzialmente voltato le spalle alla carta stampata e lo faranno ancora di più man mano che l’iCloud si diffonde e le loro conoscenze di lingue straniere aumentano. Chi protegge l’esistente, perde sempre. In un mondo che cambia velocemente. (ilVelino/AGV)
(Giuseppe Pennisi) 22 Marzo 2012 12:59

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