mercoledì 28 marzo 2012

IL “FLAUTO” MAGICO”DI MCVICAR, UNA FAVOLOSA INIZIAZIONE SENTIMENTALE in Il Riformista del 29 marzo

IL “FLAUTO” MAGICO”DI MCVICAR, UNA FAVOLOSA INIZIAZIONE SENTIMENTALE
Beckmesser
E’ approdata al Teatro dell’Opera (dove si replica sino al primo aprile) il pluripremiato allestimento de “Il Flauto Magico” di Wolfgang A. Mozart curato da David McVicar nel 2003 per il Covent Garden e già ripreso tre volte a Londra, nonché disponibile in DvD. E’ la prima volta che lo spettacolo traversa la Manica.
Nonostante McVicar mantenga, specialmente nella seconda parte, gli elementi essenziali della simbologia massonica del Singspiel (lavoro in cui i numeri musicali i alternano a parti recitate), la regia (come quella del film di Ingmar Bergman del 1974) presenta “Il Flauto” essenzialmente come una bella favola, in un Settecento dai colori sgargianti. In breve una storia di iniziazione all’eros ed all’amore sia per il Principe Tamino e la Principessa Pamina sia per la coppia “buffa (Papagino e Papagena) che interfaccia la prima. La vicenda si dipana speditamente (in uno spettacolo di circa 3 ore) grazie all’abile recitazione di tutti i cantanti ed ai numerosi cambi scena a vista. Sotto il profilo musicale, Erik Nielsen, americano ma di formazione tedesca, tiene bene l’insieme e concerta con brio. Di alto livello le due giovani coppie (Juan Francisco Gatell e Hanna-Elisabeth Müller, da un canto, e Marcus Werba Sibylla Duffe, dall’altro). Sottotono, invece, i due “anziani”, Peter Lobert (Sarastro) e Hulkar Sabirova (la Regina della Notte). Buon il resto della numerosa compagnia, specialmente i “tre fanciulli” e le “tre dame”.

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