lunedì 19 marzo 2012

I Masnadieri itineranti in Quotidiano Arte del 19 marzo

A Roma, Napoli, Parma e Trieste

I Masnadieri itineranti
Giuseppe Pennisi
Poco rappresentata per decenni, I Masnadieri di Friedrich Schiller ora gira l’Italia in due versioni ambedue con la regia di Gabriela Lavia.
La tragedia di Schiller è in questi giorni al Teatro di Roma, al Teatro India sul lungotevere Vittorio Gassman di fronte al Gazometro.
Il rifacimento della tragedia di Andrea Maffei, messo in musica da Giuseppe Verdi nel 1846-47, debutta al San Carlo il 21 marzo e sarà uno dei punti forti del Festival verdiano a Parma (che co-produce lo spettacolo) in ottobre e la prossima stagione a Trieste.
Il tema del lavoro è che la ribellione alla società costituita è dannosa non solo di per sé, ma lo è anche perché mina l'entità etica della famiglia. Nella versione in prosa, I Masnadieri sono una banda di metallari anni ’80. Stivali, pantaloni stretti neri, cappelli o bombette varie, occhi neri e pistole a più non posso.
Per questa prima uscita della compagnia stabile, Lavia ha utilizzato tutto lo spazio che gli era concesso in una delle due sale del Teatro India.
I bozzetti delle scene e dei costumi dello spettacolo allestito per il San Carlo, oggi, e per il Regio di Parma e il Verdi di Trieste,domani, mostrano che un approccio analogo verrà impiegato per il “melodramma in quattro atti” che è stato a lungo uno dei cavalli di battaglia di Dame Joan Sutherland.
Vicenda crudele di vendette fratricide (quasi più truculenta de “Il Trovatore”) avrebbe dovuto lanciare Verdi a livello internazionale.
La prima avvenne il 22 luglio 1847 al Queen’s Theatre alla presenza della Regina Vittoria. La partitura ammorbidisse la violenza e il sangue del lavoro originale di Schiller.
Richiede quattro grandi voci: un soprano drammatico di coloratura (a Napoli, sarà Lucrecia Garcia), un tenore lirico (Aquiles Machado), un baritono (Vladimir Stoyanov), e un basso (Giacomo Prestia), oltre ad alcuni personaggi minori.
È un’opera a numeri chiusi, da considerarsi quasi un anello di congiunzione tra “Ernani” del 1844 e “Il Trovatore” del 1853.
Dimenticata per alcuni decenni, è stata ripresa con successo, inizialmente a San Diego e poi al Metropolitan per giungere in Europa al Covent Garden e al Festival di Baden Baden.
È in repertorio a Zurigo e a Francoforte.

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