martedì 22 novembre 2011

UNA “SEMINARIMIDE” INAUGURA LA STAGIONE DEL SAN CARLO in Il Riformista 22 novembre

UNA “SEMINARIMIDE” INAUGURA LA STAGIONE DEL SAN CARLO
Beckmesser
Nella lettura di Luca Ronconi , l’Assiria è una terra devastata e Babilonia una città distrutta (le scene sono di Tiziano Santi) dove si aggirano personaggi semi nudi (costumi di Emanuel Ungaro)- le donne a seno scoperto, gli uomini giovani in short-. In questo quadro si consuma la tragedia di “Semiramide”, ultima opera composta da Rossini per un teatro italiano (La Fenice, 1823) ed uno dei rari lavori del compositore rimasto in repertorio sino a fine ottocento per riemergere al Maggio Musicale negli anni cinquanta. Opera inaugurale della stagione del San Carlo (serata in grande spolvero il 18 novembre), la visione drammaturgica enfatizza il dramma erotico passionale (che il trentatreenne Rossini stava all’epoca vivendo con la quarantenne Isabella Colbran) più degli aspetti politico filosofici della tragedia di Voltaire, in cui la vicenda è un apologo per mostrare come potere assoluto porti a corruzione e perversione anche esse assolute.
Pur se scorciato, il “melodramma tragico” dura quattro ore (intervallo compreso). Ottima la prestazione di Gabriele Ferro e dell’orchestra del San Carlo che mettono in risalto i momenti solistici (dell’oboe, dei fagotti e degli ottoni). Di grande livello , Laura Aikin che nata come soprano di coloratura, ora affronta parti (“Lulu”,”Marie”) che richiedono toni gravi. Due sorprese: un giovane svettante tenore “rossiniano”, Barry Banks, ancora poco noto, in Italia ed il contralto spagnolo Silvia Tro Santal che scoperta al ROF negli Anni Novanta ha raggiunto piena maturità. Buono Simone Alberghini. Applausi entusiasti ma non lunghi poiché entrati alle 18,30 si è usciti a notte alta (sfioravano la mezzanotte ed il giorno dopo).

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