giovedì 17 novembre 2011

TRAPPOLE DEGLI UOMINI E RISCHI DEL MERCATOin Il Riformista del 19 Novembre

I LIBRI DEI MINISTRI-MARIO MONTI
TRAPPOLE DEGLI UOMINI E RISCHI DEL MERCATO
Giuseppe Pennisi
Pochi sanno che Robert S. McNamara, noto stakanovista, quando era Segretario alla Difesa Usa, prima, e Presidente della Banca Mondiale, poi, tra una riunione l’altra (nessuna durava più di 15 minuti) leggeva, per 2-3 minuti, un libriccino di poesie di William Butler Yeats che era sempre nel cassetto della sua scrivania. Il Presidente dl Consiglio Mario Monti ha più volte detto che negli ultimi giorni (preso dalle consultazioni) non aveva il tempo per leggere i giornali. Ma non sfogliava proprio nulla? Le talpe di Palazzo Giustiniani quale spiffero lo hanno fatto uscire.
Un saggio che ha colpito il Presidente del Consiglio durante le consultazioni è un lavoro a quattro mani dell’Insead di Fontainbleau e dell’Univesità National di Singapore . Il tema è il nesso tra la fragilità dei mercati azionari e la qualità della governance di un Paese; è ancora inedito ma il Prof. Chunmei Lin è (g077584@nus.ed.sg) è lieto di inviarlo a chi glielo chiede. Il lavoro analizza l’andamento dei fondi comuni in un vasto campione di Paesi nel 2000-2009. Dove c’è cattiva governance i mercati reagiscono più positivamente alla buone notizie e più negative alle cattive di quanto sarebbe “normale”. Lo si vede specialmente dai dati relativi al 2008-2009 in cui dove la governance è ritenuta non buona c’è stato sia un aumento della volatilità che una reazione eccessive alle informazioni “pubbliche” , quali i comunicati stampa e le dichiarazioni in TV. Quindi, è bene che Ministri e Sottosegretari siano di poche parole. Lo conferma il Research Paper n.2010-14 appena messo online dalla Bar Ilan University nella lontana Israele: un lavoro micro-micro che studia l’avversione al rischio tramite le puntate alla roulette in casinò autorizzati (specialmente negli Usa)- ottimo relax tra un incontro e l’altro.
Non rilassano affatto invece due lavori di quei “ragazzacci” del Levy Institute del Bard College. Hanno anche straripato nei Paesi di lingua spagnola. Nel Working Paper No. 695 Jesus Muňos dell’Università di Monterrey, in Messico, fa a pezzi la teoria “ortodossa” dei mercati finanziari per mostrare come l’”eterodosso” Hyman Mynsky avesse già tre lustri fa delineato l’evoluzione avvenuta dalla seconda metà degli Anni Novanta. Più inquietanti le conclusioni di una squadra internazionale di economisti mynskiani presentate nel Working Paper No. 694. Vengono analizzati i piani di stabilità e di riforma degli Stati che fanno parte dell’eurozona: il miglioramento di Pil e conti pubblici è sovrastimato, di bilancia dei pagamenti non si parla affatto. I “ragazzi” del Bard College concludono che gli squilibri nell’area dell’euro sono destinati ad esacerbarsi nel 2012 e negli anni seguenti. Specialmente se i Paesi con avanzi attivi nei conti con l’estero non attuano politiche espansioniste. E chi li governa non pare su questa strada.

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