venerdì 28 ottobre 2011

UN’EUROPA MALCONCIA APPRODA AL G20 in Il Velino 28 ottobre

UN’EUROPA MALCONCIA APPRODA AL G20
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Roma - Terminato il vertice europeo (sarebbe più appropriato parlare di due vertici, uno dell’Ue a 27 e uno dell’eurozona a 17) si apre un nuovo supervertice: quello del G20 che inizia a Cannes il 2 novembre. Come arriva l’Europa a questo appuntamento? E’ domanda che occorre porsi in quanto, nelle riunioni preparatorie, l’Europa è stata spesso presentata come il principale imputato di non tirare adeguatamente la carretta dell’economia mondiale. L’indizio, più che la prova, si basa sul tasso di crescita molto basso del continente vecchio (per demografia e apparato produttivo) e sulle liti interne sia all’Ue sia all’eurozona. Quella che arriva in Costa Azzurra è un’Europa solo apparentemente coesa e ancora meno apparentemente in buono stato. Le differenze profonde tra la Francia e buona parte degli altri sul fondo Salva-Stati hanno inflitto una ferita all’unione monetaria destinata a durare a lungo e gradualmente a incancrenirsi e ad aggravarsi man mano che iniziano le discussioni sui dettagli della nuova Politica agricola comune. L’unione monetaria è traballante; sono sempre più numerosi gli economisti che sottolineano come dal 1960 a oggi una dozzina di unioni monetarie si sono disfatte mentre una sola è stata creata (dietro un impulso politico - la risposta all’unificazione tedesca - piuttosto che per ragioni tecnico economiche). Le politiche di crescita (ossia “Europa 2020”) sono in gran misura declamatorie mentre la sostanza resta al palo.


Il futuro dell’Europa è al centro del G20 in quanto il gruppo intende delineare dove andrà l’economia mondiale nel prossimo quarto di secolo. Finita l’epoca di un mondo uni-polare (in cui gli Usa avevano l’onore e l’onere di pilotare un’economia mondiale in cui gli aggiustamenti avvenivano modificando i cambi nell’ambito di regole ben precise prescritte negli Statuti del Fondo Monetario) si va verso un mondo bipolare o multipolare? E sino a quando l’euro potrà essere la seconda valuta mondiale internazionale (dopo il dollaro e prima dello yuan) se l’eurozona non risolve in via permanente i propri problemi? E di converso in quale misura la moneta cinese potrà sostituire l’euro come seconda moneta internazionale se il settore finanziario interno di quello che fu l’Impero resta essenzialmente primitivo? Questi interrogativi sono molto più ampi e molto più profondi di quelli che hanno spazio sulle prime pagine dei quotidiani e che riguardano essenzialmente i problemi dell’Italia con la propria crescita e nei propri rapporti con l’Ue. Tuttavia, se il programma presentato il 26 ottobre non verrà, come promesso, attuato entro metà novembre, ne conseguirà un ulteriore indebolimento dell’Ue in seno al G20. Con la conseguenza di interrogativi sempre maggiori sul ruolo dell’Europa nel consesso mondiale. (ilVelino/AGV NEWS)

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