lunedì 3 ottobre 2011

OPERA, COL MET AL CINEMA PARTE LA CONCORRENZA Il Velino 3 ottobre

OPERA, COL MET AL CINEMA PARTE LA CONCORRENZA
Roma - Dal 18 ottobre gli spettacoli del Metropolitan di New York saranno trasmessi in diretta anche nelle sale italiane

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Roma - Il mercato a volte fa quello che i governi sono restii a fare. Una piccola ma grande per gli appassionati di teatro in musica è arrivata questo fine settimana: dopo anni di resistenze il mitico Met (Metropolitan Opera) sbarca in diretta in sale cinematografiche di tutta Italia. La stagione operistica del Met ha progressivamente esteso la sua distribuzione raggiungendo 1600 cinema e coprendo un totale di 54 paesi tanto da raccogliere la più grande platea mondiale mai raggiunta per un’iniziativa di questo genere. Di recente le trasmissioni via satellite del Metropolitan sono arrivate anche in Russia, Israele, Cina, Cipro, Repubblica Domenicana, Marocco, Slovenia e S. Thomas nelle Isole Vergini. In Italia il numero di cinema che dal 18 ottobre trasmetteranno il Met via satellite ha allargato ulteriormente questa platea mondiale aggiungendo altre 42 sale già confermate attraverso la distribuzione di Nexo Digital, sul cui sito si possono trovare tutti i dettagli (www.nexodigital.it). Sinora il Met ha avuto cinque “stagioni cinematografiche” in diretta e in sale attrezzate. Perché l’Italia è rimasta fuori? In effetti, le stesse forze corporative che si oppongono alla liberalizzazione dei servizi di taxi, delle farmacie e della riforma degli ordini professionali hanno elevato barriere. Da un lato i “teatri di tradizione”, quelli più piccoli e in gran misura di provincia, temevano la concorrenza tra una “Traviata” casareccia ed uno spettacolo del Met. Da un altro, è nato un circuito solo italiano parallelo, quello dei micro-cinema in gran misura sale parrocchiali dismesse in piccoli centri che mostravano l’opera in diretta da teatri italiani oppure in dvd su grande schermo.


Tuttavia chi difende l’esistente perde sempre. Specialmente di fronte al progresso tecnologico. Nel caso specifico le esperienze del Met digitale in altri 54 Paesi mostrano che lo strumento non fa perdere pubblico all’opera dal vivo ma ne porta di nuovo, giovane, che dopo avere visto e ascoltato, ad esempio, Anna Netrebko in digitale in “Lucrezia Borgia”, vuole vederla dal vivo. Oppure dopo avere visto al micro-cinema “Il Barbiere di Siviglia” di Parma, lo compara con quello del Met e fa poi la fila per un posto di galleria o loggione alla Scala. Il mercato si vendica sempre, diceva Luigi Einaudi. Sulle implicazioni di questo episodio dovrebbero riflettere non solamente gli appassionati di lirica ma coloro che nella compagine di governo stanno discutendo su liberalizzazioni. Lo facciano presto. Per non essere oggetto di vendetta.

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