giovedì 22 settembre 2011

LA GOVERNANCE INTERNAZIONALE CON LE TASCHE VUOTE in Il Riforfmista 23 settembre

I LIBRI DEI MINISTRI- FRANCO FRATTINI
LA GOVERNANCE INTERNAZIONALE CON LE TASCHE VUOTE
Giuseppe Pennisi
Il Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini.è noto per le proprie buone maniere (qualità essenziale per chi è alla guida della diplomazia) e per la propria discrezione (abito che dovrebbe essere di tutti i Consiglieri di Stato ma non sempre lo è). E’ forse l’unico dei Ministri che non ha protestato per i “tagli” inferti dal collega dell’Economia e delle Finanze al dicastero di cui è responsabile (così come ai dicasteri di sono a capo altri colleghi di Governo). Quanto più il clima si faceva rovente nella varie versioni della “manovra” infine approvata in Senato con una mozione di fiducia) tanto più si manteneva sereno (o dava l’impressione di esserlo nei servizi televisivi in cui si sfoggiavano i volti tesi degli altri Ministri).
Eppure avrebbe titolo per essere esentato dai tagli e per chiedere di più. Il bilancio del Ministero degli Esteri è lo 0,11% del Pil – ha, quindi, l’incidenza più bassa sul reddito nazionale tra quelli dei maggiori Stati europei. L’aiuto pubblico allo sviluppo APS dell’Italia è solo lo 0,15% del Pil – fanalino di coda nel mondo pure dopo la malmessa Spagna. Non sono certo percentuali da chi vuole atteggiarsi a “Grande Potenza” per utilizzare il lessico di uno dei suoi predecessori – il Marchese di San Giuliano. E non tengono conto dell’aumento dei compiti che incombono sulla Farnesina.
A riguardo, un osservatore distinto e distante dalle nostre beghe di bottega, Aliasghar Djavadi, ha appena pubblicato un lavoro su come la politica estera di un’Unione Europea, UE (sempre in bilico tra funzionalismo e intergovermentalismo) stia cambiando a ragione del Trattato di Lisbona. Il Trattato – argomenta lo studio "Intergovernmentalism or Functionalism? Foreign Policy in the European Union after the Lisbon Treaty"- cerca di definire un equilibrio tra le due anime (quella funzionalista e quella di collaborazione intergovernativa ) che da sempre si confrontano nell’UE. Restano molte questioni aperte su come i due approcci giungeranno a fondersi o anche solamente coniugarsi. Ci sarà,però, senza dubbio una transizione e tutte le transizioni costano. Argomento da tentare da utilizzare presso Via Venti Settembre prima che i giochi siano fatti e chiusi?
Andiamo all’APS. Burcu Savun e Jude C. Hays , ambedue dell’Università di Pittsburg , quindi ancora una volta distinti e distanti dalle nostre “manovre” di finanza pubblica – si sono chiesti, in un lavoro in corso di pubblicazione ma già disponibile in via telematica, non solo se l’APS è o può essere elemento di contenimento del terrorismo ma anche, in questa ottica, quali sono i metodi più efficaci per incanalarlo. Il lavoro, "Foreign Aid as a Counterterrorism Tool: Aid Delivery Channels, State Capacity, and NGOs" è stato presentato al più recente convegno scientifico dell’Associazione Americana di Scienze Politiche. Lo studio contiene un’analisi empirica dettagliata condotta in vari Paesi nel triennio 2006-2009 ed un’analisi statistica quantitativa. La loro conclusione è che se e quando l’APS è incanalata tramite organizzazioni non governative di dimensioni sufficientemente può incidere sul terrorismo internazionale contenendolo. Altra carta da giocare con Via Venti Settembre?

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