martedì 16 agosto 2011

A Salisburgo l’opera trionfa cantando la forza della vita in Avvenire 17 agosto

A Salisburgo l’opera trionfa cantando la forza della vita

musica

In scena con grande successo al Festival estivo austriaco ispirato al tema «La fede e il diavolo» il «Caso Makropulos» di Janacek e il raro dramma lirico di Strauss «La donna senz’ombra» presto alla Scala


DA SALISBURGO

GIUSEPPE PENNISI

L

a fede e il diavolo è il te¬ma di fondo del Festi¬val Estivo di Salisburgo (27 luglio-27 agosto) – oltre duecento rappresentazioni. Lo si avverte nella sezione teatrale (oltre al dramma sa¬cro

Ognuno di Hofmann¬sthal, l’edizione integrale – 8 ore di spettacolo – del Faust

di Goethe e tragedie shake¬speariane attinenti all’argo¬mento), in quella concerti¬stica (da grandi Requiem ai tormenti mahleriani), a quella operistica, dove la tri¬logia firmata Da Ponte-Mo¬zart in chiave di 'black co-medy' è attorniata da dram¬mi in musica, da Iolanta di Tchaikowski a Macbeth di Verdi, dal Caso Makropulos

di Janácek a La Donna senz’Ombra di Strauss che hanno una forte carica me¬tafisica. Ci soffermiamo sul¬le due ultime citate, anche perché raramente rappre¬sentate in Italia: si vedranno presto, rispettivamente, al Teatro Comunale di Firenze e alla Scala.

Ambedue appartengono al Novecento storico ( Makro¬pulos

è del 1926 e La Donna

del 1919): diversissime in sti¬le orchestrale e vocale, han¬no in comune l’afflato verso la trascendenza. Makropu¬los

ha le apparenze di un th¬riller giudiziario: un proces¬so su una vertenza di suc¬cessione che dura da più di cent’anni in cui si inserisce una bella e giovane cantan¬te – Emilia Marty, E.M. – che tanto sa (e tanti documenti essenziali alla causa sa tro¬vare) ma cerca disperata¬mente un manoscritto in greco, dove c’è la formula di una ricetta di lunga vita. In effetti E.M. ha 337 anni (in tre secoli ha sempre mante¬nuto le iniziali pur cam¬biando nome e nazionalità vagando in varie parti d’Eu¬ropa) e gli effetti della po¬zione stanno per scadere. Fi¬nale a sorpresa: E.M. è di¬speratamente sola poiché la vita terrena deve essere bre¬ve e si lascia spegnere, dan¬do la formula ad una sua gio¬vane allieva, la quale la bru¬cia. L’allestimento è curato per la parte drammaturgica da Christoph Marthaler e per quella musicale da Esa-Pekka Salonen. La scena è un’immensa aula di tribu¬nale dove nel primo atto si svolge il processo sulla ver¬tenza ereditaria e nel terzo l’interrogatorio di E.M. da parte di tutti gli altri. Serrata la concertazione di Esa-Pekka Salonen alla guida dei Wiener Philarmoniker. E.M. è Angela Denoke, uno dei rari soprano in grado di af¬frontare il difficilissimo ruo¬lo in cui si va dal 'chiac¬chierar cantando' al decla¬mato e un arioso impernia¬to sui do. Ai 100 serrati minuti di Mak¬ropulos

si contrappongono le oltre quattro ore de La Donna senz’Ombra, un apo-logo lineare: un uomo e una donna non sono tali se non hanno figli – i quali, a loro volta, sono il nesso tra pas¬sato e futuro. La gioia della paternità e della maternità si ha al termine di uno per¬corso iniziatico pieno di sof¬ferenze. Le due coppie al centro della vicenda sono, da un lato, il giovane e bel¬l’Imperatore e la giovane e bella Imperatrice, e, dall’al¬tro, un povero tintore con tre fratelli disabili e la di lui don¬na. Trovano fecondità e se¬renità al termine di un com¬plesso percorso. Una delle ragioni perché viene rap¬presentata di rado è l’alto co¬sto di una messa in scena 'tradizionale' a ragione dei numerosi 'effetti speciali'.

La regia di Christof Loy por¬ta la vicenda in una sala di registrazione (la Sophiesaal di Vienna) dove Karl Bhoem concertò la prima registra¬zione professionale dell’o¬pera. I cantanti arrivano con lo spartito in mano; ci sono i leggii, la cabina di regia, ma mentre il lavoro avanza si trasformano nei personaggi che interpretano sino al grandioso trionfo della vita e della famiglia. Tra le cinque voci dei protagonisti, spicca Evelyn Herlitzius (la donna del titolo): ha affrontato stu¬pendamente l’impervio ruo¬lo, con sontuosi acuti da so¬prano drammatico e un vo¬lume che ha riempito il grande teatro. Ottima anche la giovane e bella Anne Schwanewilms (l’impetrati¬ce), sublime nel fraseggio e nei legato.

Protagoniste delle due opere le belle voci dei soprani Angela Denoke, accompagnata dai Wiener Philarmoniker, ed Evelyn Herlitzius




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