venerdì 19 agosto 2011

I GIOVANI E LE INVASIONI BARBARICHE Il Riformista 19 agosto


I LIBRI DEI MINISTRI- GIORGIA MELONI
L’EUROPA , I GIOVANI E LE INVASIONI BARBARICHE
Giuseppe Pennisi
Sarda di padre, siciliana di madre ma con il cuore nella “Garbatella storica” dove è cresciuta e dove già a 15 anni aveva un ruolo politico, Giorgia Meloni ha una concezione ampia del ruolo del Ministro della Gioventù in una fase in cui evitare di restare nell’eurozona, e nell’Ue, è l’obiettivo principale dell’Italia. I giovani sono il futuro dell’Europa; sta a loro farla anche e soprattutto se l’Ing. Jean-Claude Trichet e tanti altri “matusa” tentennano.
Lo mostra tra l’altro un lavoro di Christopher Townley del King’s College di Londra nel più recente OFT Discussion Paper: dato che i benefici dell’innovazione tecnologica sono spesso intergenerazionali , sono gli adulti del futuro ad avere un interesse maggiore delle altre fasce di età al perseguimento ed al raggiungimento degli obiettivi di “Europa 2020”. Anzi, le famiglie giovani sono quelle più direttamente interessate in quanto i veri beneficiari saranno i loro figli (oggi ancora non nati). Tuttavia, il Ministro ha pochi strumenti: i principali sono – come sempre- nelle mani del titolare dell’Economia e delle Finanze, il quale dovrebbe tarare alle esigenze inter-generazioni parametri e criteri per allestire e valutare politiche ed investimenti pubblici.
Nel contempo, uno degli strumenti da potenziare è il programma “Erasmus” per facilitare scambi di studenti tra Stati dell’UE. La raggela, però, un dotto articolo di Ian Wilson sul numero 5 del prestigioso “Journal of Common Market Studies”. Dalla “generazione Erasmus” non ci si può aspettare molto in termini di europeismo: un’indagine empirica condotta da Wilson conclude che l’impegno per l’Europa, e la stessa conoscenza dei meccanismi comunitari, è praticamente la stessa tra i giovani che hanno fatto parte del programma “Erasmus” e quelli che sono rimasti a studiare tra le pareti domestiche. In effetti, l’Europa non sembra essere la preoccupazione principale dei giovani d’oggi ma trovare il lavoro, avere i mezzi per farsi una famiglia e via discorrendo. Tanto più che all’orizzonte di profila una vera e propria invasione barbarica.
La analizzano due economisti cinesi che da anni lavorano negli Stati Uniti: Shang-Jin Wei e Xiaobo Zhang nel saggio The Competitive Saving Rate Motive: Evidence from Rising Sex Ratios and Savings Rate in China , pubblicato nella serie dei Working Papers del National Bureau of Economic Research Usa (è il No.15093). Il lavoro prende l’avvio dal chiedersi come mai in un Paese , per molti aspetti ancora povero , come la Cina i tassi di risparmio sono elevati, e crescono: precauzione nei confronti di avversità? tradizione culturale? poche opportunità d’investimento? L’analisi statistica per il periodo 1990-2007 individua una nuova determinante: il crescente squilibrio di genere tra i giovani in età di mettere su casa. A ragione della politica di “un figlio solo per famiglia” nell’ancora vastissimo settore agricolo (e dell’importanza che in Cina si da al fatto di avere un figlio maschio), tra i ventenni il numero dei ragazzi supera già di 20-30 milioni quello delle ragazze. I genitori dei maschi devono risparmiare in quanto avvengono vere e proprie aste: i genitori delle femmine “pretendono” molto (specialmente una casa grande per la futura coppia) per dare in moglie la propria figlia. Comunque vada, dato che poliandria non è praticata in Cina (esiste ed è ben regolata in alcune parti del Nepal), molti giovani cinesi resteranno a bocca asciutta. Unica alternativa (escludendo soluzioni tipo “ratto della Sabine”) è andarsi a cercare la compagna in terra lontana. Già adesso parte della migrazione giovane e maschia di cinesi verso l’Italia pare avere questo scopo.





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