lunedì 30 maggio 2011

LETTURE CHE INVECE CONSIGLIANO CAUTELA NELL'INVOCARE IL FALLIMENTO DEGLI STATI Gazzetta Finanziaria del Foglio 30 maggio

AND THE PAPER IS...
LETTURE CHE INVECE CONSIGLIANO CAUTELA NELL'INVOCARE IL FALLIMENTO DEGLI STATI
Pare sia di moda suggerire alla Grecia di dichiarare fallimento (come ha fatto non molto tempo fa l'?Islanda): non pagare i debitori e ripartire?...correndo. E' probabile che questi suggerimenti si basino su letture di storia dell'economia del lontano passato; quando, di tanto in tanto, i sovrani non pagavano nessun creditore e rimettevano in moto l'economia.
L'esempio della dichiarazione di fallimento dell'Islanda non è affatto incoraggiante però, come dimostra anche un lavoro di Andrea De Michelis, funzionario del Tesoro americano ("?Iceland Challenging Times for Monetary and Fiscal Policies"): da quando, nell'ottobre 2008, la piccola repubblica dichiarò fallimento, il settore bancario è crollato, il tasso di cambio sprofondato, l'inflazione aumentata, i flussi di capitale prosciugati, il debito pubblico cresciuto, il gettito tributario diminuito, le esigenze sociali sono esplose, la disoccupazione giunta a livelli mai visti, il fondo per i sussidi di disoccupazione rimasto al verde. Al punto che il lavoro suggerisce che l?Islanda si metta sulla strada (lunga e in salita) dell'euro, accettando una fase di riduzione del tenore di vita e spingendo per incrementare la produttività. (Giuseppe Pennisi)

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