lunedì 28 febbraio 2011

Osr, l’orchestra che porta le sinfonie italiane nel mondo

CLT - Lirica/ Osr, l’orchestra che porta le sinfonie italiane nel mondo
Roma, 28 feb (Il Velino) - Essendo quasi a metà della stagione 2010-2011, è bene tornare a rivolgere l’attenzione all’Orchestra Sinfonica di Roma (Osr), spesso trascurata anche dalla stampa romana a ragione del peso della sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il cui budget è dieci volte superiore. Non è trascurata, però, dai suoi fan (molti i giovani) che, la domenica pomeriggio e il lunedì sera, affollano il grande auditorium di via della Conciliazione, anche a ragione della politica di bassi prezzi e per gli abbonamenti e per i singoli concerti. Hanno pure costituito un’associazione di amici dell’Osr che organizza seminari di cultura musicale e viaggi per accompagnarla in tournée. Un esempio al tempo stesso interessante e stimolante di partecipazione del pubblico alle attività di un’orchestra che considerano loro.

Quest’anno la stagione è dedicata quasi interamente a tre “integrali”- Beethoven, Mendelssohn e Mahler - in coincidenza con importanti ricorrenze. Tuttavia, l’Osr non dimentica il troppo spesso obliato sinfonismo italiano (dopo avere inciso l’integrale di Martucci, sta ora arrivando nei negozi di dischi quella di Casella). La riscoperta del sinfonismo italiano è infatti uno degli elementi che l’hanno resa celebre nel mondo: in Germania, Austria, Polonia, Gran Bretagna, Belgio, Spagna, Russia, Nord America, America Latina e Cina. Francesco La Vecchia, che ha creato e dirige l’Orchestra, quest’anno dirige l’integrale di Mahler oltre che a Roma, anche a Budapest e a Seul. Un vero e proprio tour de force che pochi direttori d’orchestra affrontano in un arco di tempo così breve. Il concerto in programma il 6 e 7 marzo a Roma è interamente dedicato alla nona sinfonia, una struggente riflessione sulla morte del maestro boemo, considerato a ragione il ponte tra l’Ottocento e il Novecento.

I due ultimi concerti di questo mese (20-21 febbraio e 27-28 febbraio) sono invece stati un viaggio nell’Ottocento. Il primo è stato diretto da un giovane concertatore cinese,Yang Yang, e ha avuto come solista un noto violinista ucraino, Vadim Brodsky, al quale sino alla fine degli anni Ottanta è stato vietato di suonare al di fuori del blocco sovietico. Il secondo è stato diretto da La Vecchia; solista una giovanissima, e bellissima, violinista coreana, Fabiola Kim, già molto apprezzata sia in Asia sia negli Stati Uniti. Una tendenza in linea con gli obiettivi dell’Osr, quella di fare conoscere artisti nuovi, spesso ancora poco conosciuti in Italia e cogliendoli quando la loro carriera non è più solamente una promessa ma si sta lanciando a livello internazionale.

Nel primo concerto, l’Ottocento è stato colto nelle sue sfumature più nettamente romantiche con il Concerto n. 4 in Re minore per violino ed orchestra e con la Settima sinfonia di Beethoven. Nel secondo si è invece partiti con due notissime composizioni di Mendelssohn (la breve ouverture Die Hebriden e il Concerto per il violino e orchestra in Mi minore) per approdare al grande sinfonismo italiano a cavallo tra la fine del secolo e l’inizio del Novecento (La Serenata, La Govotta e la Giga di Martucci) e chiudere con l’unica breve Symphonie di Wagner, il Siegfried Idyll. Un viaggio appassionante accolto con grande apprezzamento del pubblico, che ha avuto i suoi punti più alti (e di maggiore effetto) nei virtuosismi di Vadim Brodsy e di Fabiola Kim. A grande richiesta, entrambi hanno concesso il bis.
(Hans Sachs) 28 feb 2011 13:13
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