lunedì 14 febbraio 2011

Che paesaggi da cartolina nell'Elisir d'amore romano Milano Finanza 12 febbraio

di Giuseppe Pennisi


Ruggero Cappuccio, regista del nuovo allestimento del donizettiano Elisir d'Amore (a Roma fino al 18 febbraio), porta il melodramma giocoso dai Paesi baschi sempre un po' nuvolosi a un assolato villaggio nei pressi di Napoli (le scene sono di Nicola Rubertelli, i costumi di Carlo Poggioli). Cappuccio non forza sul comico e non cede alla tentazione di attualizzare la vicenda ai giorni nostri (come fanno altri registi) ma tiene l'equilibrio tra il sentimentale-larmoyant e l'ironico (così come il lavoro venne pensato da Gaetano Donizetti e dal suo librettista Felice Romani) in paesaggi da cartolina illustrata.
Complici del godibile spettacolo sono la sperimentata concertazione di Bruno Campanella, esperto in questo tipo di repertorio, e due giovani interpreti: la slovacca Adriana Kucerová (Adina) che, a circa 25 anni ha già trionfato nel ruolo al Festival di Glynbourne, e l'albanese Saimir Pirgu (Nemorino) che, appena trentenne, è già uno dei tenori lirici più affermati su scala internazionale. Applauditissimo il rondò finale della Kucerová e Una furtiva lacrima di Pirgu. A fronte dei loro vocalizzi, e degli svettanti «do» acuti di Pirgu, con un'orchestra che li accompagna più che guidarli, impallidiscono i pur valenti Fabio Maria Capitanucci (Belcore) e Alex Esposito (Dulcamara). I personaggi loro affidati mancano di quel velo di malinconia che renderebbe lo spettacolo perfetto. (riproduzione riservata

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