martedì 17 agosto 2010

Lirica, al Rof la “Cenerentola” spettacolare di Luca Ronconi Il Velino 17 agosto

CLT - Lirica, al Rof la “Cenerentola” spettacolare di Luca Ronconi


Roma, 17 ago (Il Velino) - “La Cenerentola” è il terzo spettacolo del Rossini Opera Festival 2010. È la ripresa di un allestimento molto spettacolare di Luca Ronconi proposto inizialmente nel 1998, già rivisto alla manifestazione pesarese nonché in altre città. “La Cenerentola”, assieme a “Il barbiere di Siviglia”, “L’Italia in Algeri” e “Guglielmo Tell (in versione italiana), è uno dei pochi, tra i 37 titoli di Gioacchino Rossini, sempre rimasto nei cartelloni anche quando il romanticismo prima e il verismo poi avevano allontanato i gusti del pubblico e degli impresari dallo stile del pesarese. Il libretto di Jacopo Ferretti è un “dramma giocoso” ed elimina la fata e le scarpette (vietate dalla censura papalina nel 1817). Angela, “La Cenerentola”, è bistrattata dalle sorellastre e dal padre, ma le viene in aiuto Alidoro, precettore del principe Ramiro, che le dà l’abbigliamento con cui andare a Palazzo e, dopo una serie di equivoci e travestimenti, impalmare il ragazzo. Nel frattempo, costui cresce da adolescente a caccia di gonnelle a sposo giovane ma maturo. È un testo edificante, a volte sottotitolato “La bontà premiata”, come si addiceva in quegli anni al Teatro Valle di una Roma con il Papa Re.

A differenza di altre regie viste nell’ultimo quarto di secolo, che danno una lettura farsesca (Ponnelle), fiabesca (De Simone) oppure ancora politica (Hall), “La Cenerentola” di Ronconi (regia), Margherita Palli (scene) e Carlo Diappi (costumi) è un’ironica interpretazione della mobilità sociale combattuta ad armi sleali da padre e sorellastre ma vinta da Angelina con candore misto ad astuzia. È anche una maturazione, da adolescenza a giovinezza sia per Angela sia per il principe. Il palazzo di Don Magnifico (carico di debiti) è in rovina; le nozze di una delle figlie con il principe metterebbero a posto le finanze della famiglia. Con un abile meccanismo scenico, il palcoscenico si alza per mostrare il Palazzo principesco. Stesso congegno nel secondo atto. Dopo dodici anni, lo spettacolo e i suoi effetti speciali (nonché le sue gag) reggono bene, anche se con la situazione dei conti dei teatri di oggi sarebbe impensabile concepire un allestimento dal costo analogo a quello del 1998.

Alla guida della orchestra e del coro del Teatro Comunale di Bologna, Yves Abel (concertazione) e Paolo Vero (direzione del coro). Abel imbocca la tinta scintillante del lavoro sin dalla sinfonia ed è abilissimo nel supportare i cantanti in momenti difficilissimi (come i concertati). Il coro, con le sue redingottes e i suoi ombrelli neri, diventa il vero protagonista. Marianna Pizzolato è Angela-Cenerentola: volto dolcissimo (anche se non ha le “physique du rôle”) ed emissione purissima. Lawrence Brownlee è il principe: bello (anche se minuto), agile e bravo con gli acuti e i legato, non ha un volume enorme ma regge bene la sfida di cantare nell’Adriatic Arena originariamente concepito per la pallavolo. Di gran livello il terzetto maschile di buffi e semi-serii (Nicola Alaimo, Paolo Bordogna , Alex Esposito). Meno felici le due sorellastre (Manon Strauss Evrad, Cistrina Faus). La Strauss-Evard ha lasciato a desiderare nell’aria, peraltro non di Rossini ma di Luca Agolini, “Sventurata! mi credea”. Per il 2011 il programma preliminare del Rof annuncia “Adelaide di Borgogna”, “Mosé in Egitto” e “La Scala di Seta”, nonché la prima esecuzione mondiale dell’edizione critica de “Il barbiere di Siviglia”.

(Hans Sachs) 17 ago 2010 12:49

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