martedì 31 agosto 2010

Cosa c'è dietro il brindisi di Villa Campari FFwebmagazine del 31 agosto

L'ANALISI


Motivi economici, perché le elezioni sono un costo. Ma non solo
Cosa c'è dietro
il brindisi di Villa Campari
di Giuseppe Pennisi Quali sono gli elementi del cocktail di Villa Campari che hanno indotto, per il momento, ad allontanare e,se possibile, a fugare la prospettive di termine anticipato della legislatura e di elezioni anticipate?
I politologici e i dietrologi si sono sbizzarriti in una vasta varietà di ipotesi, tra cui la possibile data e il possibile esito del dibattito alla Corte Costituzionale sul così detto “legittimo impedimento”. Per un semplice economista, gli elementi principali sono tre:
Primo. Il costo di eventuali elezioni anticipate. I costi diretti sul bilancio dello Stato non sono facilmente ricavabili se non si effettua una meticolosa ricognizione dei dati della Ragioneria Generale dello Stato (R.G.S.) in materia di trasferimento al Ministero dell’Interno per la macchina amministrativa; secondo le mie stime ci si avvicina ai 5 milioni di euro, a cui aggiungere i circa 40 milioni di euro di rimborsi elettorali ai partiti. Non solamente molti partiti non hanno accantonamenti da utilizzare in attesa dei rimborsi, ma sarebbe stato difficile spiegare agli italiani, l’impegno di questa spesa aggiuntiva in una fase in cui si è chiesto a tutti di fare sacrifici.
Secondo.Tali costi non si sarebbero potuti celare. La vigilia di Ferragosto una società di consulenza finanziaria ha stimato in 400 punti base l’eventuale aumento dei tassi sui titoli di Stato decennali a ragione dell’aumento del fabbisogno di ricorso al mercato dovuto da un aumento non programmato della spesa pubblica come la chiamata anticipata alle urne. La stima, a mio avviso esagerata, sarebbe stata inclusa anche in un appunto del Ministro dell’Economia e delle Finanze al presidente del Consiglio. Ancora più eloquente il costo di andare alle urne senza potere mostrare ancora risultati concreti nei punti più qualificati del programma. Il 30 agosto, il “consensus” dei 20 maggiori istituti econometrici dava all’1% la crescita nel Pil italiano negli ultimi 12 mesi ma segnalava anche il rischio di decelerazione allo 0,7% per i prossimi 12 mesi se si fosse tenuta salda la barra della finanza pubblica.
Terzo. A questi elementi strettamente economici si aggiunge il fatto che un settimanale finanziario di Milano nei giorni successivi a Ferragosto ha mostrato, in toni positivi, quale sarebbe stato l’obiettivo effettivo di anticipare le elezioni: con un Presidente del Consiglio che ha appena compiuto 74 anni, ora meglio che tra due anni e mezzo, sarebbe stata possibile una sua vittoria (anche perché gli altri non sono pronti alla campagna elettorale) avrebbe preparato la sua ascesa al Quirinale (allo spirare del mandato dell’attuale Capo dello Stato). Il settimanale delineava dieci anni di stabilità e, quindi, vedeva con favore tale prospettiva. Non la hanno accolta con pari entusiasmo autorevoli esponenti del Pdl e della Lega ; il presidente del Consiglio è al centro della scena politica da 17 anni circa. Aggiungerne altri dieci è parso eccessivo.

31 agosto 2010

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