mercoledì 12 maggio 2010

CHECKINAGGIO Il Foglio 13 maggio

CHECKINAGGIO
Giuseppe Pennisi
Mentre le proteste contro il “Decreto Bondi” continuano (pur se si affievoliscono; i teatri di Firenze e Venezia e l’Accademia di Santa Cecilia hanno “sospeso” le agitazioni; grande attesa su ciò che farà La Scala), l’opera italiana continua a vivere. Ma, quando frutto di giovani compositori, più all’estero che in Patria, specialmente se tocca temi come il parossismo giustizialista.
E’ questo il caso di “Checkinaggio” – “dramma aeroportuale” di Girolamo Deraco (34 anni, autore della musica) e Tommaso Sabbatini (26 anni, librettista). E’ stata presentata in prima mondiale un anno fa ad un festival in Austria; ora va in giro per teatri del mondo tedesco (l’allestimento richiede solo due pianoforti, un contrabasso, due soprani ed un mimo – i pianisti devono sapere recitare). La prima italiana si è avuta il 9 maggio nel chiostro del Convento dell’Angelo , in Garfagnana, splendido edificio del 1830 (con vista su tutta la lucchesia) che si raggiunge con una stradina mozzafiato. Da una diecina di anni i Padri Passionisti l’affittano all’Accademia Montegral (un centro musicale che organizza, tra l’altro, il festival più lungo e più giovane dell’anno , finanziato quasi interamente da biglietteria e sponsor- Pantalone ci mette circa il 15% del costo totale).
“Checkinaggio” è un lavoro in musica satirico di 15 minuti. Il titolo è volutamente ambiguo: vuol dire “check-in”- da qui “dramma aeroportuale” – ma anche “cecchino”. Siamo in un aeroscalo di provincia. Due pianoforti simulano il banco di una compagnia internazionale (l’hostess canta in inglese) e di uno di una low-cost del Sud italiano (l’hostess canta in un italiano fortemente accentuato). L’hostess italiana ha una lunga conversazione (aria di coloratura) al cellulare con il fidanzato, la termina chiamandolo “uomo di merda”, interpretato “murder” (“assassinio” ) dalla collega internazionale che non comprendendo l’accento della meridionale, pensava che utilizzasse “un linguaggio cifrato”. Dal banco internazionale, i sospetti aumentano quando arriva una passeggera italo-russa accompagnata dal marito (un contrabassista che funge anche da mimo). Sorgono i dubbi che si abbia a che fare con terrorismo collegato alla mafia. Diventano certezza quando l’hostess italiana offre “prodotti terroni” (salami) ai passeggeri (attuali e potenziali) nel quadro di una campagna di pubblicità: “terrone” viene inteso “terrorist”. Dal banco internazionale, la hostess ed il suo assistente tirano fuori mitra e pistole e fanno una vera e propria strage. Duetto e diminuendo. Grandi risate da parte degli spettatori (compreso il Padre Passionista , cappellano). Se la ridono anche altrove dove il lavoro va in giro. Un’opera completa e complessa di Deraco sarà probabilmente in scena a Vienna l’anno prossimo.
Il “checkinaggio” pone molti interrogativi: dove e perché si annidano i cecchini che bloccano i giovani musicisti in Italia e li costringono a lavorare per l’estero? Senza dubbio, i 6000 protetti dalle garanzie di ferro della contrattazione delle fondazioni lirico-sinfoniche non aprono loro le porte. E neanche gli amministratori di teatri quando sono alle prese con un testo e con una partitura in cui tutta l’attrezzeria si porta in una valigetta ventiquattrore, non lasciando alcuno spazio ad agenzie, costumisti e scenografi e tutto ciò che ruota loro attorno. Inoltre, l’ironia contro gli gnostici che sanno quale il bene di tutti (pure quando prendono fischi per fiaschi) e fanno ruotare manette o, peggio ancora, pistole, non è certo apprezzata in un ambiente in cui si è picchiato un Sovrintendente che voleva mettere ordine nel malcostume imperante in certe coulisses del teatro. L’On. Di Pietro proclama di essere al fianco degli scioperanti più intransigenti. Quindi, il “checkinaggio” imperversa in Italia ma va in scena all’estero.

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