venerdì 11 dicembre 2009

i canti carnascialeschi della Bologna rinascimentale Il Velino 11 dicembre

Musica, i canti carnascialeschi della Bologna rinascimentale


Roma, 11 dic (Velino) - Sta per arrivare nei negozi di dischi una vera e propria chicca. A gennaio sarà in vendita “Pinxit”, un cd che mette in luce un intero mondo musicale ignoto (o quasi): il patrimonio sonoro della Bologna rinascimentale, molto meno conosciuto di quello di Firenze, Venezia, Ferrara o Roma. Le 21 esecuzioni di musica rinascimentale bolognese (in gran misura del XV e del XVI secolo) sono frutto del lavoro della Cappella Musicale di San Giacomo Maggiore, diretta da Roberto Cascio. È un complesso meno noto di quanto meriterebbe (considerazioni analoghe si possono fare per il pisano “Il Rossignolo” guidato da Ottaviano Tenerani), in un’Italia in cui la musica ritenuta “antica” viene eseguita da un numero limitato di complessi, quali l’Accademia Bizantina, l’Europa Galante e la Cappella della Pietà dei Turchini, tutti validissimi ma non unici in un panorama che sta diventando molto variegato soprattutto grazie all’interesse del pubblico.

Cosa ci rivelano le 21 esecuzioni che compongono il cd della durata di quasi 60 minuti? In primo luogo – come efficacemente sottolinea Cascio nella presentazione del lavoro - il nesso tra visivo (specialmente pittura murale), letteratura (Petrarca, Raffaello, Nappi, Demophon e lo stesso Michelangelo sono tra gli autori dei testi messi in musica) e composizioni che avevano superato il madrigale ed erano approdate al teatro in musica (pure se c’è rimasto molto poco della produzione dell’epoca). Correttamente il cd è sottotitolato “Affresco Musicale del Rinascimento a Bologna”. È un affresco molto variegato che si estende da canti chiaramente carnascialeschi della Bologna sede di una delle più antiche università d’Europa, a sonetti delicati ad inni e preghiere devote. Si passa da danze (saltarelli e pive) a descrizioni della città e dei suoi dintorni. In breve, ci fa scoprire il contesto musicale di lavori come “La Mandragola” di Nicolò Machiavelli e del “Candelaio” di Giordano Bruno. Una “chicca” per specialisti? Certo. Ma non solo. Ad esempio il bolognese, d’adozione, Romano Prodi dovrebbe ascoltarlo per poter svolgere meglio il suo nuovo incarico di commentatore-mezzo busto alla televisione di Pechino. Potrebbe fare utili raffronti con la Cina del “Padiglione delle Peonie”, il lavoro musicale cinese quasi contemporaneo alla raccolta curata da Cascio.

(Hans Sachs) 11 dic 2009 15:42

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