mercoledì 14 ottobre 2009

L’AQUILA COME CAMBRIDGE Il Tempo 14 ottobre

L’arrivo del maltempo rischia di portare nuove distruzioni al centro storico de L’Aquila (universalmente riconosciuto come un gioiello d’architettura urbana, oltre che un contenitore di beni culturali di grande pregio). Mentre l’Italia ed il suo Governo hanno sorpreso il mondo per la rapidità con cui sono state costruite le abitazioni per i terremotati, c’è il rischio che il centro storico subisca un deperimento sempre più grave e venga in pratica abbandonato. Prima del sistema L’Aquila (frazioni comprese) aveva 70.000 abitanti ed il centro storico meno di 20.000 di cui 8.000 studenti. Già 20.000 aquilani (dei 70.000 mila), in gran parte professionisti, si sono spostati verso la costa dove hanno opportunità di lavoro. Molti di quelli che hanno trovato alloggio nelle nuove case, verosimilmente vi resteranno (come insegna l’esperienza internazionale). Ora il centro storico de l’Aquila è una “zona rossa” dove si accede accompagnati dai vigili del fuoco. Anche in città dove non si sono verificati terremoti (penso a Beaune in Borgogna che pure ha uno dei monumenti, l’Hotel Dieu, più visitata dalla Francia) , i centri storici si sono svuotati se le attività economiche si spostano fuori dal perimetro centrale;a Beaune è stata chiusa anche la rivendita di giornali nei pressi del celebre Hotel Dieu.
Per mera coincidenza il Premio Nobel per l?Economia è stato conferito a Elinor Ostrom, ex-equo con Oliver E. Williamson. Mentre i lavori di Williamson , in gran misura ispirati ad esperienze italiane sono pregni d’insegnamento per altri aspetti della politica economica del dopo-crisi, quelli di Elinor Ostrom si attagliano a pieno alle tematiche del futuro del centro-storico de L’Aquila. La prima donna economista a cui viene conferito il Nobel ha dimostrato, infatti, con studi teorici ed empirici, come un’idea forte sia essenziale per mobilizzare le risorse, prime tra tutte il capitale umano, per governare processi difficili (come la sfida del centro storico de L’Aquila) ; l’idea forte attiva regolazione “dal basso”, supera i conflitti e scova risorse finanziarie dove meno ce lo si attende.
Cosa fare? Ci vogliono indubbiamente risorse finanziarie ingenti (sia nazionali sia internazionali) tanto per l’immediato (evitare nuovi crolli causati dal maltempo, puntellare edifici a rischio, una discarica per il materiale di scarto) quanto per il più lungo termine. Per il medio e lungo periodo è, però, essenziale un’idea forte centrale, anche per attirare risorse. Vorrei lanciarla: trasformare L’Aquila in una città universitaria di alto livello (con centri di ricerca e di eccellenza, docenti e ricercatori internazionali, programmi di alto livello)- in prospettiva una Cambridge dell’Italia centrale che decongestioni Roma attirandone i migliori studenti e docenti.
Può sembrare un sogno od un’illusione. I sogni e le illusioni sono quasi sempre necessarie per aggregare uomini e risorse.

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